Essere transessuale non è certo semplice, nemmeno al giorno d’oggi, nonostante gli enormi passi avanti fatti in materia di parità dei diritti ed uguaglianza sociale. Ne sa qualcosa Guendalina rodriguez, 22 anni, divenuta famosa a causa della sua partecipazione al reality show di Sky “La Fazenda“. Nel corso di un’intervista concessa a Il Corriere del Mezzogiorno Guendalina ha parlato apertamente della sua vita privata, lanciando una bomba che ha subito fatto clamore.
L’affermazione in sé non riguarda tanto il suo essere transessuale, se non collateralmente: a fare rumore è stato il fatto che la Rodriguez abbia (ri)sollevato una questione tabù nel calcio, ovverosia il rapporto tra i giocatori, l’omosessualità e la transessualità. Guendalina ha infatti affermato candidamente di essere fidanzata, e fin qui nulla di strano.
Quando poi le è stato chiesto di rivelare l’identità del suo compagno, la risposta ha lasciato tutti di stucco: “Il nome no, non lo faccio. Però posso dire che gioca nel Milan“. Poche parole che sono però bastate a sollevare un vero e proprio polverone mediatico, dal momento che già essere gay nel calcio è viene tuttora considerato un motivo di feroce stigmatizzazione sociale; figuriamoci essere fidanzato con un (o una) transessuale.
La questione è atavica, ed affonda le sue radici nella percezione del calcio come un “gioco da uomini duri e virili“, (che però non appena vengono sfiorati, si destreggiano in evoluzioni che potrebbero far impallidire la stessa Cagnotto, salvo poi rialzarsi prontamente una volta comminata la sanzione disciplinare). E nella mente di un omofobo, avvicinarsi all’universo LGBT non è da considerarsi per nulla “virile”.
Peccato che Guendalina abbia dovuto fare i conti con un passato che probabilmente, per molti calciatori, sarebbe stato troppo difficile da superare: “I miei genitori mi hanno voltato le spalle, mi sono prostituita per fuggire. Ho iniziato a 12 anni e sono andata avanti quattro mesi, è stato grazie a questo che sono stata in grado di lasciare Napoli“.
La transessuale più famosa dei reality di Sky non ha però rimpianti su quella scelta: “Non ho alcuna intenzione di tornarci, è una città che mi ha rifiutata. A Milano sto bene e ho capito di essere arrivata nel posto giusto“. Parole di gratitudine sono state spese anche all’indirizzo di Loredana Rossi, capo dell’associazione Trans Napoli: “Mi ha fatto capire che non venivo accettata non per colpa mia […] Tutte noi cerchiamo un lavoro onesto, io mi sento una privilegiata: tante non riescono a smettere mai di prostituirsi“.