I medici e i nutrizionisti ricordano spesso di bere molta acqua, perché l’acqua è un’importante alleata della nostra salute, soprattutto quando le temperature sono piuttosto elevate o si fa un’intensa attività fisica. Infatti bere tanta acqua è fondamentale per un buon funzionamento dei reni, per eliminare le tossine dagli organi vitali, per favorire la digestione, per combattere la stitichezza, per una pelle sana e luminosa, per contrastare la ritenzione idrica, per regolare la temperatura corporea.
Ciò che però forse non si sapeva è che una giusta quantità di acqua è in grado di proteggere il cervello, aumentare la concentrazione e di conseguenza la produttività sul lavoro. Tutto questo sarebbe possibile semplicemente bevendo la giusta quantità di acqua, senza dover ricorrere dunque a farmaci e integratori. Si tratta di una cosa che non dovrebbe stupire poi così tanto, se si considera che il cervello umano è l’organo che più di tutti è composto da acqua (infatti è composto per l’85% da acqua).
A dimostrare questo è stato un recente studio del Weill Cornell Medical College’s Brain and Mind Research Institute, pubblicato sul Journal of Cerebral Blood Flow & Metabolism, secondo il quale ad una disidratazione, anche leggera (ad esempio, una perdita di acqua pari al 5% del peso corporeo), corrisponde un calo delle funzioni cognitive (fino al 12% in meno); in particolare verrebbero indebolite la memoria a breve termine, l’attenzione e il tempo di reazione. Questo avviene perché quando siamo disidratati, viene a mancare il perfetto equilibrio dei nostri sali all’interno delle cellule e nello spazio tra le cellule, con ripercussioni su alcuni elementi della funzione cellulare anche nel nostro cervello.
Giuseppe Faraco, docente di Neuroscienze al Weill Cornell Medical College e autore della ricerca, ha però sottolineato che, sebbene la quantità di acqua giornaliera consigliata al fine di allontanare il rischio di disidratazione sia pari a 2,5 litri (che può scendere a 2,2 litri per le donne), molto dipende anche dall’alimentazione, dal momento che una dieta ricca di frutta e verdura riduce la quantità di acqua che dobbiamo bere.
I soggetti che potrebbero rischiare maggiormente la disidratazione sono i bambini e gli anziani, se si considera che generalmente lo stimolo della sete è poco sviluppato nella prima categoria e si attenua con l’età (con riferimento invece alla seconda categoria menzionata). Ma come possiamo capire se siamo disidratati? Possiamo capirlo da alcuni semplici segnali, come il colore scuro delle urine e l’incapacità di reagire/rispondere prontamente.