Nell’anno appena passato, il 2015, ogni italiano in media ha consumato per sè 1,8 dosi di farmaci, in pratica quasi due dosi di farmaci al giorno, una quantità eccessiva e pazzesca rispetto a quanto si dovrebbe, seppur ci siano persone che necessitino seriamente dei farmaci.
Il totale della spesa farmaceutica in Italia è di 28,9 miliardi, una quota esorbitante, ben l’8,6% in più rispetto all’anno precedente, per un’impennata del consumo di sostanze medicamentose senza precedenti. Ad affermare ciò è il rapporto OSMED dell’Agenzia Italiana del Farmaco, l’AIFA, che è stato presentato ieri, il 21 giugno, a Roma.
Ad accrescere la preoccupante dipendenza – molto spesso ingiustificata – di farmaci, da parte degli italiani, è che il 76,1% della spesa per le 1,9 miliardi di confezioni di medicinali consumate dagli italiani viene rimborsato dal Ssn, il Servizio sanitario nazionale: la situazione va sia a pesare così sul bilancio dello Stato che su quello degli italiani,
L’aumento maggiore per il costo dei farmaci è stato del 24,5%, e si è visto specialmente per il costo dei nuovi farmaci messi in circolazione, ad esempio, in modo particolare, per il farmaco che cura l’epatite C. Grave è anche il bilancio per gli ospedali e per le strutture sanitarie in generale, dove si vede un incremento dei costi sempre per i nuovi farmaci, dove le aziende fanno cartello e mettono così largamente le mani nelle casse della sanità italiana.
Tra le regioni che si registrano come maggiori consumatrici di farmaci, troviamo il Lazio, la Puglia e la Sardegna, sempre in un contesto dei consumi dell’utilizzo dei farmaci. mentre per quanto riguarda la spesa pro capite maggiore è la Campania a condurre la non invidianile classifica., seguita dalla Puglia e dalla Calabria: un problema a livello nazionale, che investe soprattutto il Sud Italia.
L’Agenzia per il farmaco fa poi il rapporto sulla tipologia di farmaci più consumati dagli italiani: in primo luogo quelli per il sistema cardiocircolatorio, in seconda posizione quelli che riguardano l’apparato gastrointestinale ed al terzo posto si collocano quelli per il sistema nervoso: una classifica abbastanza prevedibile.
Infine cala l’utilizzo degli antibiotici, che si attesta attorno al -30%, ma che se ne sperimenta anche l’inadeguatezza nell’utilizzo. Tutti questi elementi dipingono un quadro della sanità del Bel Paese non proprio edificante.