Doveva essere una giornata di allegria e divertimento quella del bimbo di tre anni, che insieme alla sua famiglia, aveva deciso di passare la giornata allo zoo di Cincinnati, negli Stati Uniti, per ammirare da vicino molti di quegli animali, che solitamente si guardano sui libri o nei documentari.
Tra questi animali, c’era anche il gorilla Harambe. La sua casa non è una gabbia con delle reti in acciaio, bensì è posta a tre metri sotto terra, in un fossato abbastanza grande per lui, che riproduce quasi fedelmente il suo habitat naturale. La curiosità dei bambini è infinita. Forse il piccolo bimbo di tre anni, incuriosito dalle fattezze di quell’animale, per vederlo meglio, si è sporto un po’ più dalla paratia, ed è caduto giù nel fossato.
Per il primate il piccolo bimbo non era altro che una preda. Infatti, nel giro di pochi minuti, già lo trascinava per il fossato. Il direttore dello zoo, conoscendo bene il comportamento degli animali, sapeva che quel bambino non avrebbe avuto scampo se non fossero intervenuti repentinamente.
C’erano due possibilità. La prima ipotesi era quella di sedare il gorilla, l’altra, la più dolorosa, di abbatterlo. Il direttore dello zoo ha spiegato che non c’era tempo per sedare il primate, poichè prima che il farmaco avesse iniziato ad agire, sarebbero trascorsi ancora diversi minuti, che invece potevano essere fatali per il bambino.
Ecco perchè hanno dovuto decidere di abbattere l’animale. Una decisione che ha si salvato il piccolo bimbo, ma che ha creato un dolore immenso a chi ha accudito e voluto bene per tutto questo tempo il gorilla. Perchè gli animali non hanno colpa, se non quella di seguire il loro istinto predatorio.
Il bambino è stato immediatamente portato in ospedale e secondo il referto medico, si è procurato oltre ad un grande spavento anche delle lesioni di lieve entità. Questa vicenda ha riaperto non solo negli Usa, ma in tutto il mondo, un dibattito circa l’opportunità di tenere aperti gli zoo e la sicurezza negli stessi.