Prima o poi era inevitabile che si tornasse a discutere di clonazione. In questa circostanza si tratta di animali clonati.
In principio ci fu la pecora Dolly, ora imbalsamata ed esposta al National Museum of Scotland, primo mammifero ad essere clonato con successo da una cellula somatica; parliamo del 1996.
Fino al settembre 2014, la clonazione era possibile solo a scopo scientifico, ma ora sono sempre più numerose le aziende che vorrebbero investire nella riproduzione di animali. Ora è la Cina ad organizzarsi per clonare animali: a partire dall’estate del 2016, nella regione di Tianjin, aprirà la più grande fabbrica di animali clonati a scopo commerciale.
In pratica si tratta di una joint venture tra Cina e Corea del Sud che darebbe origine al più grande stabilimento di clonazione al mondo, con annessa banca genetica. La fabbrica è sponsorizzata dal governo di Pechino e “produrrà” cani da fiuto o da compagnia, cavalli da corsa e fino ad un milione di bovini l’anno, questi ultimi per soddisfare la domanda di carne coprendo così almeno una piccola percentuale del fabbisogno cinese.
La stampa cinese racconta di una struttura già in costruzione e di un accordo già trovato con gli scienziati che dovranno occuparsi di garantire la clonazione. L’investimento si aggira sui 30 milioni di dollari e vede come protagoniste la Sinica, filiale della società cinese di biotecnologie Boyalife Group, che ha già clonato centinaia di cani destinati ai controlli di sicurezza di dogane ed aeroporti, e l’azienda coreana Sooam Biotech con la collaborazione di altri due istituti di ricerca cinesi.