A volte possono emergere delle circostanze particolari che rendono necessario l’utilizzo di visori notturni ad infrarossi. Accade non solo in ambito militare, ove è necessario individuare i nemici al buio, ma anche in ambito civile: ad esempio questo genere di periferiche di input sensoriale viene spesso adoperato dai vigili del fuoco che devono individuare oggetti e/o persone nel corso di un incendio che, per i fumi ed le fiamme sprigionati, spesso rende la visuale umana alquanto difficoltosa.
Sino ad ora, però, questi dispositivi di supporto alla vista delle persone si scontrava con una serie di ostacoli non da poco. Innanzitutto l’ingombro: i visori notturni, infatti, producono – nell’esercizio delle loro funzioni – una gran quantità di calore che devono dissipare per poter consentire di distinguere le immagini esterne in modo nitido. Ciò, va da sé, porta l’hardware di questi device ad essere molto ingombrante. Risultato? I visori sono pesanti, poco pratici e, gioco forza, costosi!
Per rimediare a questi inconvenienti, il MIT (Massachusetts Institute of Technology), l’Ateno (locale) di Harward, quello della California e, ovviamente, l’esercito USA hanno escogitato una soluzione che, tanto per cambiare, si basa sulla pietra filosofale degli ultimi tempi, il…grafene!
Il minerale in questione, costituito da uno strato (monoatomico) di atomi di carbonio esagonali, risulta essere 200 volte più resistente dell’acciaio, un ottimo conduttore di elettricità ed un versatile sensore di raggi infrarossi. Tutte caratteristiche che ne hanno subito suggerito l’utilizzo per un nuovo tipo di visore. Il prototipo in questione, infatti, vede all’opera – nel suo cuore pulsante – un sensore fatto di fogli di grafene che si occupano di tramutare l’impulso termico in impulso elettrico. Quest’ultimo poi verrebbe preso in carico e trasmesso da alcune strisce di grafene che si occuperebbero anche di tenere il sensore in sospensione in modo da consentire una più agile dissipazione del relativo calore di funzionamento.
Ovviamente tale tecnologia, vista la sponsorizzazione dell’esercito, avrà impieghi militari ma, a quanto pare, non è peregrino pensare che un visore di tal concezione, grafene based, possa venir utilizzato anche nel settore automotive per creare dei parabrezza attrezzati alla visione notturna, e nel settore mobile per realizzare – negli smartphone – delle postcamere in grado di ben funzionare anche al buio (o in scarsa luminosità).