Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) è un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di combattere la fame nel mondo promuovendo forme di agricoltura sostenibile e fornendo soluzioni alimentari per contesti di emergenza.
Una di queste soluzioni è stata annunciata proprio oggi, 13 Novembre 2015, nel corso di un comunicato ufficiale del WFP. Nello specifico, Ertharin Cousin, direttrice Esecutiva del WFP, ha reso noto la messa online, per piattaforma iOS e Android, dell’applicazione “ShareTheMeal” che permetterà di sfamare i bambini siriani rifugiati in Giordania.
L’app in questione, secondo le parole di Cousin, tende a unire la vecchia tradizione, universale nel mondo, di condividere il proprio pasto con i nuovi mezzi di comunicazione per eccellenza, gli smartphone. Quando stiamo per mangiare, questo il funzionamento di ShareTheMeal, non dovremo far altro che aprire l’app (in cui la registrazione porta via davvero pochi istanti) e – con un semplice click – fare una donazione, anche piccola, di almeno 50 centesimi.
Il progetto in questione è partito, in forma di test, in alcuni paesi d’Europa (Germania, Austria e Svizzera) nel giugno 2015 e ha permesso di fornire più di 1,7 milioni di pasti scolastici ai bambini del Lesotho, un’enclave molto povera all’interno della ben più prosperosa Repubblica Sudafricana.
L’obiettivo, ora, è di ottenere un risultato comunque pregevole anche a favore dei figli dei profughi siriani che, attualmente, sono rifugiati in Giordania in attesa – tramite il canale turco – di riuscire ad entrare in Europa. Considerando che, nel mondo, gli utilizzatori di smartphone prevalgono sulle persone che hanno fame in numero di 20 a 1, anche con donazioni così piccole, da 50 cent di euro, si conta di riuscire a fare davvero la differenza, è il caso di dirlo, tra vita e morte.
Il lancio globale del progetto ShareTheMeal è, ormai, effettivo e non rimane che partire con le donazioni visto che il grosso dell’emergenza è proprio in questo momento! Si tratta di un’altra lodevole iniziativa che si va ad unire a quella recentemente portata avanti in Spagna, con il cosiddetto frigorifero solidale.