Scuola e Religione: quando il laico si mescola al sacro

La religione cattolica nelle scuole: è giunta l'ora di abolirla? Lo Stato Italiano dovrebbe ritrovare la propria vocazione laica? La chiesa cattolica dovrebbe ritrovare la propria vocazione spirituale e abbandonare la politica, il denaro, il potere? Ecco alcune riflessioni

Scuola e Religione: quando il laico si mescola al sacro

Un tema ricorrente che negli anni si ripropone ma che non trova una soluzione coerente con la “vocazione” di una scuola che dovrebbe essere laica come d’altronde lo Stato stesso. Un tema che passa tra i giochi mediatici dei battibecchi su “crocefisso si, crocefisso no” che finiscono sempre in una bolla di sapone. Un tema che molti politici evitano accuratamente perché altrimenti si troverebbero in contrapposizione con un potere ineguagliabile che non gioverebbe certo alla loro carriera.

Lo Stato italiano è storicamente legato alla religione cattolica e questo certo non può essere messo in dubbio, ma nel corso dei decenni la situazione non è rimasta immutata ed è quantomeno irreale non prendere in considerazione tutti i fattori che dovrebbero portare ad una riforma importante in tal senso. Il mondo non è più come 50 anni fa e questo è un fatto incontrovertibile: la nostra società, che ci piaccia o meno, è formata da diverse etnie, persone con fede differente o nessuna fede e non possiamo imporre ancora una presenza così invadente per un ridotto numero di persone che se ne sentono rappresentate.

E’ corretto dire che la religione cattolica non è una religione di stato e lo stato non è, per definizione, religioso: allora la domanda sorge spontanea….Per quale motivo le tasse di tutti, anche coloro che non sono cattolici, devono contribuire a pagare gli stipendi degli insegnanti di religione per tutti gli ordini e gradi?

E ancora, per quale motivo gli stessi insegnanti, pur se pagati dallo Stato italiano, sono selezionati, scelti e formati dal Vaticano? Non è forse questa una dimostrazione di potere? Un modo per garantirsi l’opportunità di entrare nelle giovani teste e garantirsi futuri discepoli? Ma non basta.

Si potrebbe dire che la scelta di frequentare o meno le ore di insegnamento della religione cattolica è lasciata al libero arbitrio ed è vero: le famiglie possono fare una scelta di questo genere ma trovandosi a fronteggiare situazioni difficilmente gestibili.

Molte scuole tendono ad inserire l’ora di religione all’inizio od alla fine dell’orario scolastico, sperando così di evitare di dover predisporre una degna soluzione alternativa per gli studenti; soluzione che nella maggior parte degli istituti elementari non esiste affatto. 

Inoltre rimane un concetto eticamente laico: perché i nostri figli, cattolici o meno che siano, devono rinunciare ad un’ora di insegnamento di materie riconosciute dal ministero dell’istruzione in favore della religione cattolica? Se il mio desiderio fosse di avvicinare i miei figli alla religione cattolica, non potrei semplicemente portarli in chiesa e fargli frequentare corsi ad-hoc nelle strutture del Vaticano? Non esiste già il catechismo?

Ma ancora, dove finiscono le pari opportunità? Tutto ciò vale solo se sei di religione Cattolica, ma se il tuo credo fosse un altro non avresti un’ora di lezione ad esso dedicata.

Siamo schiavi di un potere che agisce nell’ombra ed utilizza stratagemmi antichi per non perdere il favore delle masse? La chiesa ha davvero una così gran paura di diminuire i propri “elettori” alla stregua di un partito politico? E’ questa la vocazione di una religione? Quella di non perdere adepti, potere e denaro?

A voi l’ardua riflessione!

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