Aumenta il consumo di noci e castagne, alleate della salute

Ideali per zuppe, torte e prodotti da forno, le noci e le castagne sono state riscoperte per le loro proprietà dalle famiglie italiane, che negli ultimi anni hanno consumato di più, durante la stagione autunnale e invernale, questi due preziosi alimenti

Aumenta il consumo di noci e castagne, alleate della salute

Castagne e noci, frutti autunnali per eccellenza, tornano finalmente ad essere protagoniste sulle tavole degli italiani. A confermarlo è la Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti), la quale, basandosi sugli ultimi 10 anni, ha infatti stimato che in Italia si consumeranno entro la fine dell’anno più di 45 milioni di chili  fra castagne e noci, con un aumento nel loro consumo di circa il 60% nell’arco di questi 10 anni.

Ma questo boom a cosa si deve realmente? Probabilmente, dicono gli esperti, alla scoperta delle numerose proprietà benefiche associate al loro consumo.

Infatti, se in passato le noci sono state spesso allontanate perché altamente caloriche (600 kcal ogni 100 grammi di noci), oggi sono invece state riscoperte preziose alleate per la salute di chi ha problemi di colesterolo o problemi all’apparato cardiovascolare, grazie all’elevato contenuto di minerali, vitamine (A,B2, B9), grassi monoinsaturi e polinsaturi (Omega 3 e Omega 6), calcio, fosforo, zinco e ferro.

Inoltre le noci giocherebbero un ruolo fondamentale nella prevenzione del tumore al seno e di quello al pancreas. Quanto detto per le noci vale all’incirca per le castagne, che, essendo anch’esse ricche di minerali, sono particolarmente indicate per i soggetti che soffrono di stanchezza cronica. Inoltre le castagne, avendo un contenuto piuttosto alto di vitamina C, hanno ottime proprietà antiossidanti e rafforzano il nostro sistema immunitario.

Coldiretti ha raccontato: “In Italia negli anni ’70 si producevano circa 80 milioni di chili di noci all’anno ma da allora si è avuto un ridimensionamento della produzione che ha fatto scendere il raccolto a 11 milioni di chilogrammi su una superficie coltivata pari a 9000 ettari. Anche se si assiste a segnali di ripresa, l’aumento dei consumi in Italia viene soddisfatto soprattutto dalle importazioni”.

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