Pancreas artificiale per il trattamento del diabete giovanile

Un recente studio, presentato al convegno “Panorama Diabete”, ha messo a punto un nuovo trattamento per il diabete giovanile, alternativo all’utilizzo delle siringhe monodose di insulina il pancreas artificiale

Pancreas artificiale per il trattamento del diabete giovanile

Il diabete giovanile, conosciuto anche con i nomi di diabete di tipo 1 e di diabete insulino-dipendente, è una tipologia di diabete, appartenente alla categoria delle malattie autoimmuni, che colpisce soprattutto i giovani (adolescenti in particolare). Questa tipologia di diabete è anche chiamata diabete insulino-dipendente proprio perché prevede il trattamento con insulina (siringhe monodose di insulina) per tutta la durata della propria vita, non essendo il pancreas più in grado di produrre questo ormone (l’insulina), indispensabile per la regolazione dei livelli di glucosio nel sangue.

Ma ora, grazie ad uno studio presentato al convegno “Panorama Diabete” e pubblicato sulla rivista “Lancet Diabetes Endocrinology”, il diabete giovanile potrebbe essere trattato utilizzando semplicemente un pancreas artificiale, ovvero un device che, per funzionare correttamente, necessita di: un sensore che monitora istante per istante la glicemia, un infusore per rilasciare l’insulina e uno smartphone (ovviamente primo delle funzioni di telefono) che, in base ad un algoritmo, aziona il meccanismo di rilascio dell’insulina per mantenere normali i livelli di glucosio.

Ed è proprio questo algoritmo la parte più importante, la parte più intelligente, dal momento che esso è strutturato in modo tale da regolare l’erogazione di insulina in base alle esigenze: se la persona sta a riposo, esso erogherà una quantità maggiore di insulina per ridurre la glicemia;  se la persona svolge invece attività fisica, esso erogherà una quantità dell’ormone molto più bassa.

Daniela Bruttomesso, dirigente medico di primo livello A.O. di Padova, Dipartimento di Medicina Clinica, UOC Malattie del Metabolismo, ha raccontato con entusiasmo: “Abbiamo seguito gli studi fin dalle prime fasi. I primi sono iniziati in ospedale; poi siamo andati all’esterno, ma sempre in ambiente protetto, riunendo i pazienti in un hotel sotto la nostra supervisione.”

Inoltre, quasi tutti i pazienti che hanno usufruito del pancreas artificiale lo hanno valutato molto positivamente, riferendo che il dispositivo è facilmente indossabile e ha permesso loro di preoccuparsi meno della gestione quotidiana del diabete.

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