La leucemia a cellule capellute è una forma di leucemia cronica che si manifesta con una riduzione di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine nel sangue. I disturbi che ha sul paziente sono quelli di una maggiore esposizione alle infezioni che possono essere anche molto gravi. A causare questo tipo di leucemia è la mutazione del gene BRAF.
La leucemia a cellule capellute è una malattia molto rara e riguarda circa il 2 per cento di tutte le leucemie: solitamente si manifesta nell’età adulta, mediamente intorno ai 55 anni di età, periodo in cui avviene la diagnosi. Inoltre, colpisce in maggioranza gli uomini rispetto alle donne.
I sintomi della leucemia a cellule capellute spesso non si presentano per molto tempo e i pazienti scoprendo di essere affetti dalla leucemia quasi per caso. Questo accade perché i sintomi sono generici e comuni a quelli di altre malattie, ovvero febbre, stanchezza, pallore, sudorazione notturna, perdita di peso, sanguinamenti, infezioni, ingrossamento di milza e fegato. Anche il senso di pienezza a livello dell’addome, il fiato corto, la facilità a procurarsi lividi possono essere manifestazioni della malattia.
Le cura per questo tipo di malattia finora anon hanno avuto tanto successo e la malattia dopo alcuni anni si ripresentava. Di recente è stato sperimentato un nuovo farmaco, il vemurafenib, che va a colpire la lesione genetica che causa la leucemia. Il farmaco, che va a colpire il gene BRAF mutato e può essere assunto per via orale, è stato presentato dalla rivista medica New England Journal of Medicine, ed è il risultato delle ricerche coordinate dal professor Brunangelo Falini, Direttore dell’Istituto di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo dell’Università di Perugia, con la collaborazione del Dr. Enrico Tiacci.
Lo studio è stato finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro nell’ambito del programma speciale AIRC 5 x mille. Un risultato importante che può dare qualche speranza per combattere la leucemia a cellule capellute.