Da uno studio emerge che nel mondo solo una persona su venti è in salute

Da una nuova ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet è emerso che solo una su venti persone nel mondo non ha avuto problemi di salute nel 2013. Da un quinto registrato nel 1990 si è passati ad un terzo del 2013.

Da uno studio emerge che nel mondo solo una persona su venti è in salute

Da una nuova ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet è emerso che solo una su venti persone in tutto il mondo, pari ad una percentuale del 4,3 per cento, non ha avuto problemi di salute nel 2013, mentre appena un terzo della popolazione mondiale, per un totale complessivo di circa 2,3 miliardi di persone, affrontano la vita con almeno cinque disturbi, e forse anche di più. 

Lo studio mostra un quadro generale del mondo che rivela una percentuale maggiore di persone che negli anni hanno accusato una perdita della buona salute e convivono con diverse patologie. Il quadro rivela che si è passati da circa un quinto (21 per cento) registrato nel 1990 a quasi un terzo (31 per cento)rilevato nel 2013.  A causa della straoprdinaria crescita della popolazione negli ultimi anni è aumentata anche la percentuale di persone anziane e quindi è salito anche il numero di persone che non godono di salute ottimale. Questo numero oltretutto è destinato a salire in maniera piuttosto rapida nei prossimi decenni, e ad affermarlo sono proprio gli gli autori dello studio.

Le principali cause di perdita di salute degli ultimi 23 anni non hanno subito molte variazioni. Tra queste le prime a causare fastidi sono lombalgia, depressione, dolore al collo, anemia sideropenica, perdita di udito, tutte patologie legate all’età che hanno gradualmente portato ad una cattiva salute che si è registrata in ogni parte del mondo. Nell’anno 2013 le patologie che sono state la causa dei maggiori malesseri sono state i disturbi muscolo scheletrici,  disturbi muscolo-scheletrici tra i quali i più diffusi sono il mal di schiena e l’artrite, i disturbi da abuso di sostanze e i disturbi mentali, legati alla depressione e all’ansia.

La cosa rilevante è che i tassi di disabilità sono in calo in maniera più lenta rispetto a quelli di mortalità. Un esempio è dato dall’aumento dal fatto che, se da un lato vi sonjo stati più casi di diabete, in aumento di circa il 43 per cento nel corso degli ultimi 23 anni, dall’altro lato il tasso di mortalità per diabete è cresciuto solo del 9 per cento. Un segno che le nuove terapie hanno effetti positivi sui pazienti e le scoperte sono mirate a diminuire gli impatti della malattia.

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