Il tumore ai polmoni è una patologia che miete sempre più vittime, ed ogni anno si registrano circa 1.020 nuovi casi in Italia: si tratta infatti della terza neoplasia più diagnosticata nel nostro Paese. A dichiararlo è stato Mario Scartozzi, direttore di Oncologia Medica presso l’Aou di Cagliari, che ha spiegato inoltre come 8 cittadini italiani su 10 non comprendano tutt’oggi quanto il fumo passivo sia in grado di provocare questa malattia. Scartozzi ha poi parlato apertamente della Sardegna, la “sua regione”, dichiarando che: “In Sardegna oltre il 21% della popolazione spiega regolarmente”, praticamente una persona su 5.
Che con il proprio comportamento non metterebbe a rischio solamente la propria salute, bensì anche quella di chiunque si aggiri nelle immediate vicinanze. A spiegare il perché è stato lo stesso direttore del reparto Oncologia dell’Aou di Cagliari: “Respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore al polmone”. Insomma, per abbattere il conteggio delle morti derivanti dal tumore ai polmoni sarebbe sufficiente smettere o di fumare, o comunque non stare vicino ai fumatori quando questi hanno il desiderio di concedersi una sigaretta.
Ma ciò che spiazza di più è l’incidenza del fumo passivo nell’insorgenza del fenomeno: “Il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia”, ammonisce Scartozzi. Preoccupante anche la noncuranza dei fumatori in relazione alla dannosità delle proprie abitudini. Secondo un sondaggio promosso da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), svolto su un campione di 3.000 cittadini, il 49% degli intervistati ha ammesso di fumare anche in presenza di bambini. Ciò incrementerebbe molto il rischio di contrarre un tumore ai polmoni anche per i più piccoli.
Per questo, sottolinea Mario Scartozzi: “Abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi ed istituzioni […] Troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione”. Daniela Farci, coordinato di AIOM Sardegna, ha poi spalleggiato le argomentazioni del collega, affermando che: “Il 25% della popolazione italiana è esposto ai rischi del fumo passivo […] Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi, o troppo affollati, come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così-sottolinea la Farci-è possibile difendere la salute di tutti i cittadini”.