Le voci circolanti nei due call center siciliani di Paternò e Biancavilla non sono per niente confortanti. A rischiare il proprio posto di lavoro infatti, sono circa 850 dipendenti delle due sedi che si occupano delle prenotazioni mediche del sistema sanitario lombardo e da anni operano per garantire ai cittadini questo tipo di servizi.
Le voci non ancora confermate, ma circolate abbastanza velocemente, parlano di uno spostamento del servizio di prenotazioni telefoniche in un centro situato nel Nord Italia, con conseguente perdita del lavoro per i dipendenti siciliani.
Sulla vicenda c’è uno strano silenzio, non se ne parla come si dovrebbe. Se questa situazione si verificasse, si avvantaggerebbe un territorio a scapito di un altro con problemi cronici di occupazione. La Sicilia è giù martoriata dalla mancanza di lavoro e da livelli di disoccupazione allarmanti, soprattutto tra i giovani ragazzi e tali operazioni non fanno altro che togliere quelle poche speranze di percepire un reddito anche al sud.
Il segretario della Confsal, Antonio Santonocito ha provato a chiedere delucidazioni all’azienda del settore ma non è ancora giunta alcuna risposta riguardo la vicenda. E intanto il personale rischia di finire a casa, senza lavoro, senza diritti garantiti, senza alcuna spiegazione, se non uno spostamento dell’attività. Interventi a sostegno del personale sono arrivati anche dal mondo politico locale. Sul problema è intervenuto anche il deputato Giovanni Burtone, che ha fatto un intervento alla Camera, ma anche a lui al momento non ha ricevuto risposta.
La battaglia però continua e la politica si impegnerà affinchè il destino di più di 800 operatori non venga deciso secondo dinamiche puramente economiche e di mercato. La questione è troppo importante perché tocca un argomento come quello del lavoro in Sicilia, che come abbiamo detto in precedenza, non può essere ignorato e neanche sottovalutato.