Quando il pirata è costretto a condividere pur di non pagare la multa

Ogni giorno si consuma, in rete, l'inseguimento tra pirati e Majors/software house: a volte il tutto si risolve in un nulla di fatto. Altre volte, invece, si finisce in tribunale. Come nel caso di Jakub costretto a condividere un video pur di non pagare pegno

Quando il pirata è costretto a condividere pur di non pagare la multa

In rete assistiamo spesso ad un curioso inseguimento tra “guardie e ladri” in cui i primi sono le Majors ed i secondi i pirati che distribuiscono gratis, online, materiale protetto dal diritto d’autore (spesso guadagnandoci). Il tran tran di questa lotta è sempre lo stesso: qualcuno mette online un sito che offre, in streaming (o in download), eventi o software sui quali non ha diritti di diffusione e, immancabilmente, dopo qualche denuncia o intervento delle forze dell’Ordine, quel sito viene chiuso o reso irraggiungibile in un dato paese (come successo con Rojadirecta). Il risultato? Tempo qualche ora ed il sito in questione risorge collocando i server ove le leggi sul diritto d’autore sono un po’ più “annacquate” (spesso nei paesi dell’Est o in Russia…).

A volte, però, le cose non vanno in questo modo ed i creatori del sito finiscono nei guai, in grossi guai. E’ già successo, in passato, a Kim Dotcom, il celebre creatore di Megaupload, e oggi accade di nuovo – ma con un esito alquanto originale – ad un cittadino della Repubblica Ceca.

Nello specifico, la vicenda di cui parliamo è iniziata quando la BSA (Business Software Alliance) boema ha beccato Jakub F (il suo nickname da pirata) il quale, nel corso degli anni, aveva scaricato e fatto circolare diversi software protetti dal diritto d’autore. La vicenda si è sviluppata con la notifica, per posta, di un procedimento penale, e – in sede di giudizio – con la richiesta – da parte dei querelanti – di un risarcimento complessivo di 373 mila euro (223 mila a favore della sola Microsoft).

Qui c’è stato il colpo di scena cui accennavamo all’inizio. Il giudice del procedimento in questione ha convalidato la colpevolezza di Jakub ma ha ritenuto eccessiva l’ammenda pecuniaria richiesta dalle parti lese e ha stabilito che Jabub dovesse ravvedersi pubblicamente. Come? Attraverso una sorta di gogna 2.0: il sostanza il cracker ceco ha dovuto realizzare un video, messo online su YouTube (https://goo.gl/q3hVtb), nel quale, interpretando se stesso, spiega come era iniziata tutta la storia e le conseguenze che la sua “avventatezza” condivisoria gli ha causato. 

L’obiettivo di questo video è, come detto, la redenzione di Jakub che, in tal modo, potrà anche servire da lezione per altre persone coinvolte nello stesso tipo di reato ma…c’è un ma. Jakub, infatti, dovrà raggiungere – non si sa in quanto tempo – un totale di 200 mila visite (attualmente siamo sulle 133 mila), altrimenti dovrà pagare tutto quanto gli è stato richiesto dai querelanti in sede di processo legale!

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