Dopo Google, anche Facebook promette notizie "di qualità"

Lo si può chiamare "Effetto Trump". Dopo Google, anche Facebook ha deciso di intraprendere una strada più severa riguardo il filtraggio delle notizie. Sembra quasi un'ammissione di colpa quanto dichiarato da Zuckerberg.

Dopo Google, anche Facebook promette notizie "di qualità"

L’effetto “scuotimento“, causato dall’elezione di Donald Trump, sembra non aver fine. 

Dopo Google AdSense, anche Facebook è stato “travolto” dalle critiche, per le notizie false, che sono state pubblicate e condivise, durante il periodo elettorale, e che potrebbero aver favorito la sconfitta di Hillary Clinton.

Facebook, per voce dello stesso fondatore  Mark Zuckerberg, ha promesso un maggior controllo sulla “qualità” di quanto verrà condiviso, assicurando che si stanno prendendo le dovute misure per risolvere il problema delle notizie false, anche se questo non deve creare alcun problema all’utente: infatti, sempre il CEO del social ha affermato che si dovrà fare attenzione a non scoraggiare la condivisione di opinioni o, a limitare l’accesso ai contenuti accurati, e ha concluso che la piattaforma non vuole essere arbitro della verità. 

Dato il tanto clamore che ha suscitato l’argomento, Mark Zuckerberg ha deciso di anticipare quanto avverrà: il social network sta valutando la possibilità di indicare, come false, alcune notizie, per fare in modo che, chi le legge, ne sia al corrente.

Sarà fondamentale la collaborazione degli stessi “amici” di chi ha pubblicato – o condiviso – la notizia, i quali avranno la facoltà di denunciare – segnalare – una notizia non vera.

La mission di questa operazione è quella di avere una comunità dove la “collaborazione” degli utenti sia sinonimo di qualità.

Alcuni “settori” contribuiranno a controllare quanto pubblicato e quanto denunciato, grazie – ha spiegato Zuckerberg – all’investimento di importanti risorse.

Ci saranno anche gli “avvisi“, che allerteranno l’utente se sta leggendo una notizia falsa: gli stessi criteri di vigilanza saranno usati anche per i link correlati.

Per quanto riguarda lo “spam finanziario“, terreno molto spinoso, per via delle notizie di economia “pilotate”, Facebook si è detto disposto a rinunciare, pur di garantire un’informazione il più corretta ed il più trasparente possibile, ai propri utenti.

Quello che sta accadendo – lo stesso discorso vale anche per Google – lo si può intendere come “un’ammissione di colpa“, che sta ad indicare come non sempre, le notizie veicolate dal sistema, siano vere. 

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