Una nuova pillola anti depressione è in fase di sperimentazione

Un team di medici americani sta sperimentando un nuovo farmaco contro la depressione, in grado di “riparare” le zone neuronali distrutte dalla patologia tramite la crescita di nuovi neuroni

Una nuova pillola anti depressione è in fase di sperimentazione

La depressione è una delle patologie più diffuse e complesse al mondo, se si considera che ad oggi definire con certezza le cause scatenanti e i sintomi di questa malattia è ancora molto difficile. Gli antidepressivi attualmente in commercio (circa una ventina) agiscono sul cervello aumentando la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del buon umore, ma sono poco efficaci (solo 1/3 dei pazienti che li utilizzano riscontra dei miglioramenti) e presentano molti effetti collaterali.

Tuttavia sembra che di recente sia stata fatto un grande passo avanti nella cura della depressione, grazie ad uno studio di durata trentennale, condotto dal medico italiano Maurizio Fava  presso il Massachussetts General Hospital di Boston e pubblicato sulla rivista “Molecular Psychiatry”.

Nell’ambito di questo studio è stato realizzato un nuovo farmaco, chiamato “NSI-189“, che si assume per via orale ed agisce rapidamente stimolando la neurogenesi, ovvero la crescita di nuovi neuroni nel giro dentato dell’ippocampo (l’unica area del cervello in grado di produrre neuroni in età adulta), o meglio, favorendo la “ricostruzione” di quelle zone neuronali distrutte dalla malattia.

Il farmaco è già stato testato su alcuni pazienti e, oltre a mostrarsi sicuro e quasi privo di effetti collaterali, ha prodotto effetti antidepressivi perduranti nel tempo, fino ad oltre otto settimane dalla sospensione della terapia.

Tuttavia, nonostante questa prima fase abbia prodotto risultati più che positivi, sarà necessaria una seconda fase sperimentale, a cui parteciperanno circa 220 volontari, e solo nel 2018 saremo in grado di dire con certezza che questo farmaco anti-depressione è davvero funzionante.

Il dottor Alan Manevitz, psichiatra clinico al Lenox Hill Hospital di New York City, ha commentato: “La novità di questo nuovo farmaco potenziale è che esso si occupa della creazione di nuove cellule cerebrali di una determinata area del cervello chiamata ippocampo, una zona del cervello associata con l’apprendimento e la memoria. La perdita delle cellule nervose ippocampali è stato dimostrato essere associata a alla depressione”.

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