Sigarette elettroniche potrebbero causare la bronchiolite ostruttiva

Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha dimostrato che circa il 75% delle sigarette elettroniche presenti sul mercato potrebbero provocare, a causa della presenza di alcune sostanze nocive, l’insorgere della bronchiolite ostruttiva

Sigarette elettroniche potrebbero causare la bronchiolite ostruttiva

Attenzione alle sigarette, anche quando queste sono elettroniche: anche le sigarette elettroniche (chiamate anche e-cig) potrebbero fare male alla salute. 

Un recente studio condotto presso l’Università di Harvard e pubblicato dalla rivista “Environmental Health Perspectives” ha messo infatti in evidenza un dato piuttosto allarmante: il 75% delle sigarette elettroniche aromatizzate attualmente in commercio potrebbe contenere, all’interno dei liquidi delle ricariche, delle sostanze chimiche molto nocive per i polmoni umani capace di causare l’insorgenza della bronchiolite ostruttiva (BPCO), un’infiammazione delle vie aeree che porta a patologie croniche e degenerative.

L’ANAFE-Confindustria, associazione che raggruppa tutti i produttori di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione del nostro Paese, ha tuttavia garantito ai consumatori italiani che questa sostanza sarebbe presente sono nei liquidi per sigarette elettroniche prodotti fuori dall’Unione Europea, dal momento che le sigarette elettroniche europee sarebbero sottoposte a controlli ed analisi piuttosto rigidi.

Il problema è però tutt’altro che cancellato perché molte sigarette elettroniche prodotte fuori dai confini europei vengono commercializzate in Europa e in Italia; dunque diventa fondamentale individuare quali di queste sigarette nocive sono presenti sul nostro mercato.

Si è giunti a questa preoccupante scoperta analizzando i prodotti della combustione di 51 tipi di sigarette elettroniche e relativi liquidi; a tal fine ogni sigaretta è stata messa in una camera stagna, accesa e collegate ad un macchinario che aspirava aria per 8 secondi. Una volta terminate le analisi, i ricercatori hanno scoperto che 39 sigarette su 51 contenevano diacetile e ben 47 sigarette su 51 contenevano acetoina e pentanedione (tutte e tre le sostanze citate sono legate all’insorgenza di malattia polmonari professionali nei lavoratori che vi sono esposti per lunghi periodi di tempo).

Dunque per il momento è meglio affidarsi esclusivamente al Made in Italy, anche perché di per sé la sigaretta elettronica non è pericolosa per la salute; lo stesso Umberto Veronesi ha dichiarato: “La sigaretta elettronica è assolutamente innocua, soprattutto quella senza nicotina, tanto è vero che, per esempio, è utilizzata per un protocollo scientifico multicentrico ufficiale. Può essere uno strumento molto utile per iniziare un processo di disassuefazione”.

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