No ai jeans troppo stretti: danneggiano muscoli e nervi

I jeans troppo stretti possono danneggiare i muscoli: per spiegarlo, i medici australiani hanno citato l'esempio di una donna di 35 anni, alla quale i jeans aderenti avevano addirittura tolto la capacità di camminare con le proprie gambe

No ai jeans troppo stretti: danneggiano muscoli e nervi

I jeans aderenti si sono imposti come uno degli indumenti evergreen più irrinunciabili degli ultimi anni: adatti ad ogni situazione e a qualsiasi contesto (o quasi), utilizzabili sia in inverno che nel corso del periodo estivo, i jeans hanno dimostrato un’incredibile versatilità sin dalla loro comparsa sulla scena modaiola. E pensare che, inizialmente, erano stati concepiti come “calzoni da lavoro”.

La storia della moda è tuttavia è costellata di precedenti illustri (basti pensare al classico abbigliamento della piccola borghesia francese durante il periodo pre-rivoluzionario, composto da camice bianchegiacche di tonalità scure; un tempo simbolo d’appartenenza al povero e vessatissimo Terzo Stato, ora emblema dell’imprenditoria e dell’eleganza formale), non deve dunque stupire se oggigiorno i jeans sono indossati da chiunque, a prescindere dal ceto sociale.

Tuttavia, la tendenza a produrre modelli sempre più stretti può comportare un reale pericolo per la salute degli acquirenti. Uno dei casi più emblematici è rappresentato dalla vicenda di una donna australiana di 35 anni, citata come esempio da un rapporto dei medici del Royal Adelaide Hospital and Department of Medicine (Australia) pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry per evidenziare quanto i jeans stretti possano danneggiare le gambe di chi ne faccia un utilizzo assiduo.

Ecco quanto emerge dalla storia riportata dai medici, in un breve riassunto: la donna in questione, una 35enne in piena salute, era stata impegnata per tutta la giornata ad aiutare un parente nelle operazioni di trasloco. Per questo si era trovata a dover rimanere accovacciata tra gli scatoloni per intere ore, indossando il suo amatissimo paio di jeans aderenti sin dalle prime ore del mattino.

Tuttavia i pantaloni stavano rivelandosi sempre più scomodi, eppure la giovane ha preferito non farci caso; almeno fino a quando non sono sorti i primi problemi di deambulazione. In serata infatti, la protagonista della vicenda si è accorta che faceva sempre più fatica a camminare, fino all’inevitabile conclusione: è inciampata, e non è più stata in grado di rialzarsi. Le gambe non la reggevano più in piedi.

Sono passate ben quattro ore prima che giungessero i soccorsi, ed i paramedici hanno dovuto tagliare i jeans per riuscire a liberarla, dato che il gonfiore agli arti inferiori impediva loro di rimuoverli in altra maniera. I medici hanno dato un nome preciso al fenomeno: sindrome compartimentale. La pressione tissutale aumenta esponenzialmente, diminuendo di conseguenza la perfusione sanguigna, fino a bloccare la circolazione.

Ciò provoca la tumefazione della muscolatura, e l’indebolimento progressivo degli arti fino alla perdita della funzionalità. La donna, fortunatamente, è riuscita a tornare a camminare sulle proprie gambe dopo 4 giorni di convalescenza, ma i medici di tutto il mondo si sono interessati al caso, che è diventato ben presto mediatico. L’avvertimento è ovvio: evitare di indossare jeans troppo stretti per troppo tempo, e nel caso affiorino i primi segnali d’allarme, procedere alla loro rimozione immediata prima che sia troppo tardi.

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