La rivincita delle staminali: curano la sclerosi multipla

Dall'Inghilterra arriva un nuovo, straordinario trattamento contro la sclerosi multipla, a base di farmaci chemioterapici e cellule staminali. Il dottor Sharrack, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, esulta: "E' un miracolo!"

La rivincita delle staminali: curano la sclerosi multipla

Le cellule staminali sono in grado di fornire un aiuto imprescindibile nella cura della sclerosi multipla. L’eco della notizia rimbalza direttamente dalle sale del Royal Hospital di Sheffield Hallamshire e del Kings College Hospital di Londra, ed a renderlo noto è un gruppo di ricercatori operativi negli stessi ospedali, i quali hanno affermato di aver trovato una cura straordinariamente efficace contro la SM (conosciuta anche come sclerosi a placche, sclerosi disseminata o polisclerosi), proprio a base di cellule staminali. E’ stata infatti la prima volta in cui si è registrata un’inversione della progressione della malattia, che secondo le stime affligge oggi circa 68.000 persone in Italia, e circa tre milioni nel mondo.

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica demielinizzante, descritta per la prima volta nel 1868 da Jean-Martin Charcot, che colpisce direttamente le cellule nervose, e contro la quale non esiste ancora una cura. Per questo il successo delle sperimentazioni dei ricercatori, che hanno elaborato un sistema di cure basato sull’utilizzo di farmaci chemioterapici abbinati ad un’infusione di cellule staminali, ha le stigmate della svolta epocale. I primi risultati dello studio hanno generato un’onda di inarrestabile entusiasmo, facendo quasi gridare al miracolo: si registrano infatti casi di pazienti costretti dalla sclerosi multipla in sedia a rotelle per anni, che sono potuti tornare a camminare, e qualcuno persino a correre liberamente.

La sclerosi multipla, in quanto malattia autoimmune, altera il sistema immunitario del paziente, dando origine a risposte immunitarie che portano ad attaccare e distruggere svariate componenti del suo stesso organismo. Per questo motivo il trattamento di è focalizzato in particolare sulla riattivazione del corretto funzionamento del sistema immunitario, che nei soggetti colpiti da SM è spinto ad attaccare la guaina mielinica delle cellule nervose, arrivando così ad ostacolare il passaggio di informazioni tra cervello e midollo spinale.

La terapia prevede la raccolta di cellule staminali ematopoietiche provenienti dallo stesso paziente sottoposto al trattamento, ed il secondo passo è la somministrazione di pesanti farmaci chemioterapici (tradizionalmente utilizzati per la lotta alle cellule tumorali) allo scopo di distruggere il sistema immunitario del malato. Questo metodo pioneristico ed invasivo, ma decisamente efficace secondo quanto affermano i risultati, prevede infatti di fare “tabula rasa” del sistema immunitario alterato dalla malattia, così da poter ricreare successivamente le condizioni di buona salute. Una volta terminato questo processo infatti, al paziente vengono infuse le cellule staminali precedentemente raccolte, ed i livelli di globuli bianchi e rossi nel sangue tornano stabili nell’arco di circa due settimane.

In questo modo, dopo un periodo di circa un mese, il sistema immunitario dei malati sottoposti a tale trattamento torna a funzionare normalmente, ed essi stessi sono stati in grado di recuperare le funzioni motorie dapprima compromesse a causa della sclerosi multipla. “Da quando abbiamo iniziato a trattare i pazienti, tre anni fa, alcuni dei risultati che abbiamo visto sono stati miracolosi-queste le parole di Basil Sharrack, neurologo consulente della Sheffield Teaching Hospitals NHS Foundation coinvolto nelle sperimentazioni-questa non è una parola che userei con leggerezza, ma abbiamo visto profondi miglioramenti neurologici”.

La forte invasività di questo metodo di cura, lo rende tuttavia fisiologicamente sopportabile solamente da pazienti in buona forma, capaci di resistere alla disintegrazione del proprio sistema immunitario mediante la chemioterapia, e successivamente di ristabilirsi completamente. “A mali estremi, estremi rimedi”, si potrebbe sintetizzare così l’idea di base di questa innovativa sperimentazione inglese, che per la prima volta ha dato segnali veramente incoraggianti nella lotta contro una delle più grandi piaghe del nostro secolo dal punto di vista medico.

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