Il progresso tecnologico ha compiuto e sta compiendo realmente passi da gigante, e se da un lato questo significa senza alcun dubbio una semplificazione estrema della nostra vita, dall’altro potrebbe essere sinonimo di peggioramento della nostra salute.
Questo è quanto affermato in un articolo pubblicato pochi giorni fa sul New York Times, che ha suscitato non poco scalpore in rete, sollevando numerose polemiche.
Nello specifico il famosissimo quotidiano statunitense ha mosso le proprie accuse verso i cosiddetti wearable, vale a dire tutti quei dispositivi tecnologici indossabili di cui in questi ultimi mesi si sta parlando molto di frequente.
L’articolo, uscito in un primo momento con il titolo “Could wearable computers be as harmful as cigarettes?“, modificato successivamente in un più delicato “The Health Concerns in Wearable Tech“, è stato scritto con l’intento di mettere in luce quanti e quali problemi l’uso continuativo di tali dispositivi potrebbe potenzialmente causare alla salute di chi li indossa.
Il New York Times nel suo articolo cita, in particolare, uno studio condotto nel 2011 dall’International Agency for Research on Cancer (Iarc), all’interno del quale viene affermato che i campi elettromagnetici generati dai telefoni cellulari potrebbero causare la comparsa di cancro negli esseri umani.
In risposta a questo, su The Verge è stato prontamente pubblicato un altro articolo che sottolinea come la ricerca dell’Iarc non è arrivata a determinare l’effettivo legame tra i campi elettromagnetici e la comparsa di tumori, ma, data la mancanza di dati certi, non si può escludere completamente la possibilità che l’uso dei cellulari possa avere effetti cancerogeni.
L’articolo del New York Times cita, in aggiunta, alcuni altri studi in cui si evidenzia l’aumento del rischio di tumore al cervello per gli utilizzatori abituali di cellulari: anche in questo caso, però, pur non escludendo un potenziale legame tra la tecnologia e la malattia, non ci sono dati a sufficienza per accertarlo.
I wearable quali, ad esempio, smartwatches o smartglasses, sarebbero, quindi, potenzialmente ancora più pericolosi dei telefoni cellulari e degli smartphone, in quanto essi rimangono a diretto contatto con il corpo più a lungo.
Cosa fare dunque? Le indicazioni delle istituzioni sanitarie internazionali, a tal proposito, non essendo ancora dimostrata la pericolosità dei campi elettromagnetici ed essendo necessari ulteriori studi in materia, sono piuttosto vaghe: in ogni caso, viene comunque consigliato di limitare al minimo il tempo di permanenza del dispositivo in prossimità del cervello, preferendo, quindi, l’uso di auricolari e sistemi vivavoce.