Diabete: troppo sale a tavola aumenta il rischio

Se esageriamo con il consumo di sale possiamo aumentare il rischio di sviluppare il diabete: sarebbe colpa del sodio, che troviamo anche in cibi insospettabili.

Diabete: troppo sale a tavola aumenta il rischio

Se consumiamo troppo sale a tavola potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 oppure di incorrere in una forma di iperglicemia che si chiama LADA. Quest’ultimo è il diabete autoimmune degli adulti ed è caratterizzato da una comparsa molto lenta. A scoprire la correlazione tra eccessivo consumo di sale e maggior pericolo di incorrere nel diabete sono stati i ricercatori dell’Istituto Karolinska di Stoccolma.

Il problema risiederebbe soprattutto nell’azione del sodio. Esso rappresenta il 40% del peso del sale e si trova anche, più o meno nascosto, in altri cibi che mangiamo spesso. Per esempio, anche se non ne siamo consapevoli, i legumi in barattolo, il pane, i crackers, i grissini, ma pure biscotti e cereali possono essere altri alimenti ricchi di sodio.

Questo minerale svolge molte funzioni importanti, come la regolazione del volume di liquidi nell’organismo e del ritmo cardiaco. Promuove i segnali elettrici nel corpo e per questo permette ai muscoli di contrarsi e al cervello di funzionare in maniera corretta. Non bisogna però esagerare con il suo consumo, per non incorrere in alcuni pericoli, fra i quali appunto lo sviluppo del diabete.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo giornaliero di sale inferiore ai 5 grammi. Gli studiosi hanno confrontato il consumo di questo minerale in pazienti affetti dall’iperglicemia e in soggetti sani che costituivano il gruppo di controllo. È risultato evidente che chi consuma 7,3 grammi di sale al giorno ha un rischio maggiore di ammalarsi di diabete pari al 72% in più.

 

Il pericolo può triplicare nel caso dello sviluppo del LADA. I risultati a cui ha consentito di arrivare la ricerca possono essere molto importanti per attuare le soluzioni più adeguate nella prevenzione del diabete, specialmente quando la patologia fa la sua comparsa in età adulta. Le conclusioni della ricerca sono state presentate al congresso dei diabetologi europei a Lisbona.

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