Dagli USA: una zolletta di burro nel caffè aiuta a dimagrire

Arriva dagli USA la nuova dieta a base di caffè e burro: secondo il suo ideatore Dave Asprey, aiuterebbe l'organismo a bruciare i grassi. Ma i dietologi rimangono scettici.

Dagli USA: una zolletta di burro nel caffè aiuta a dimagrire

Caffè con burro per dimagrire? Why not. Che le abitudini alimentari del Regno Unito e degli Stati Uniti siano sempre state quantomeno curiose, se non proprio discutibili, è cosa risaputa. Ma la notizia che sta rimbalzando in queste ore riguardo al nuovo metodo made in USA per dimagrire bevendo caffè, ha del clamoroso. La bomba è di quelle che non ti aspetti, e farebbe sobbalzare qualsiasi nutrizionista del nostro Paese: sostituire lo zucchero con il burro per correggere il gusto del caffè, aiuterebbe l’organismo a bruciare i grassi. E quindi, a dimagrire.

Promotore di questa tendenza new age, già rinominata Bulletproof Diet (dieta a prova di proiettile) è Dave Asprey, un imprenditore statunitense che ha avuto la sua personalissima illuminazione nel corso di un viaggio in Tibet. Questo novello Heinrich Harrer dei nutrizionisti, durante la sua permanenza sul Tetto del Mondo, ha avuto modo di sperimentare alcune abitudini locali. Tra le quali figura il consumo di una bevanda composta da tè e corretta con burro di yak, particolarmente utile per fornire l’energia necessaria ad effettuare ardue scalate (il Tibet si trova infatti a 4.900 metri d’altitudine, ed è attraversato dalla catena dell’Himalaya, che può vantare tra le sue vette anche l’Everest, la montagna più alta del mondo).

Da lì, la svolta: Asprey ha quindi ideato una nuova dieta rivoluzionaria, che parte proprio dall’innovativo modo di prendere il caffè a colazione. Ingredienti fondamentali sono l’acqua bollente, due cucchiai e mezzo di chicchi di caffè selezionati, un cucchiaio di olio a base di grassi altamente digeribili ed un cucchiaio di burro non salato e grassfed (prodotto cioè da bestiame allevato rigorosamente a pascolo). Ma i consigli non si fermano qui, poiché David Asprey raccomanda anche di consumare a pranzo prodotti contenenti proteine animali, e verdure cucinate ancora nel burro. Da evitare invece, assicura l’inventore della stravagante dieta, la frutta, gli alimenti contenenti glutine, i cereali, gli oli vegetali, oltre ai classici prodotti contenenti additivi, coloranti ed aspartame.

La pietra angolare del curioso ragionamento di David Asprey è lo sfruttamento della chetosi, un processo metabolico che avviene proprio quando l’organismo umano avverte la carenza di zuccheri nel sangue, e comincia pertanto a consumare le riserve di grasso. La reazione del popolo anglosassone è stata entusiastica e virale: sono immediatamente spuntati come funghi esercizi che ora offrono il vero “bullet coffee“, chiamato anche “fat black” o “smart coffee“.

Ma l’inghippo, assicurano i dietologi di professione, è dietro l’angolo. Joan Salge Blake, famosa nutrizionista della Boston University, si è subito dimostrata scettica di fronte a questo nuovo “miracoloso caffè col burro”: “A fornire energia al cervello non sono i grassi, ma i carboidrati. Le persone continuano a bere il caffè col burro perché a loro piace, ma che aiuti a controllare il peso è ancora tutto da dimostrare”.

La critica più comune che viene mossa nei confronti di questa dieta riguarda comunque non tanto i suoi ingredienti, quanto piuttosto le abitudini di chi vi si sottopone: sebbene in Tibet il tè con il burro sia considerato una bevanda conviviale tradizionale, è anche vero che da quelle parti le scalate sono all’ordine del giorno, mentre difficilmente un normale impiegato, dopo il suo amato caffè col burro, avrà il tempo di dedicarsi ad un paio d’ore di trekking per rendere l’intero processo effettivamente efficace (sempre che in quel caso aiuti effettivamente a dimagrire, cosa tutt’altro che confermata). Un po’ come se un’operaio, vedendo l’invidiabile tartaruga di Magnini, decidesse di intraprendere avventurosamente la sua erculea dieta da 4.000-4.500 calorie al giorno. Senza però farsi cinque ore di nuotate ogni dì.

Insomma, gli sherpa potranno continuare a consumare la loro bevanda preferita senza problemi, ma sembra difficile che questo nuovo modo di assumere caffè possa portare un qualche vantaggio a chi vive in pianura, e magari fa un lavoro sedentario. Certo, a meno che chi lavora in un ufficio, per arrivare in cima al palazzo, non decida di darsi al free climbing anziché utilizzare le scale.

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