Colesterolo alto: non dipende sempre dall’alimentazione

Un’indagine italiana ha contribuito a far conoscere alle persone che non sempre il colesterolo alto dipende dall’alimentazione sbagliata o da uno stile di vita sedentario; a volte la “colpa” è infatti anche della genetica

Colesterolo alto: non dipende sempre dall’alimentazione

Da sempre agli individui che soffrono di colesterolo alto si consiglia di non mangiare troppo formaggio (o di non mangiarne affatto), di non mischiare carni e formaggi, di abbandonare lo stile di vita sedentario e di fare regolarmente attività motoria.

Senza dubbio questi consigli non fanno male a chi soffre di colesterolo, ma è pur vero che a volte seguire queste regole non basta, dal momento che, cosa che non tutti sanno, livelli elevati di colesterolo nel sangue dipendono anche dalla genetica.

Questo è quanto ha voluto evidenziare un’indagine italiana civica sull’ipercolesterolemia “Colesterolo, una questione di famiglia”, presentata il 26 novembre scorso a Roma da Cittadinanzattiva, impegnata da anni in attività di promozione di informazione e formazione per arrivare ad una diagnosi precoce.

Secondo quanto emerso da questa indagine ci sarebbero ben 250mila italiani con colesterolo alto determinato non dalla cattiva alimentazione o da stili di vita sbagliati, ma dai geni, che non permettono all’organismo di eliminare correttamente dal sangue il colesterolo cattivo (LDL), il quale tende così ad accumularsi nel circolo sanguigno.

Coloro che soffrono di colesterolo alto per motivi genetici soffrono di ipercolesterolemia familiare; essa è a tutti gli effetti una malattia ereditaria, purtroppo ancora poco conosciuta. Infatti dall’indagine in questione, effettuata sottoponendo più di 1300 cittadini tra i 41 e i 60 anni ad un questionario, è emerso che solo l’1% della popolazione italiana che è attualmente affetta da questa patologia ha ricevuto una diagnosi corretta (questa percentuale è migliore in altri Paesi europei: arriva al 43% in Olanda e al 71% in Norvegia).

Dall’indagine è inoltre emerso che la maggior parte degli intervistati affetti da ipercolesterolemia familiare ha avuto il primo sospetto della malattia in maniera autonoma, grazie alle informazioni presenti sui giornali/web o grazie al fatto di avere familiari già affetti (solo nel 29% dei casi la patologia è stata diagnosticata prontamente da un medico).

Di recente, inoltre, è stata annunciata una grossa novità farmaceutica per la lotta al colesterolo: Evolocumab.

Continua a leggere su Fidelity News