Cocaina: scoperto un nuovo effetto devastante sul cervello.

Uno studio della John Hopkins, University School of Medicine di Baltimora, nel Maryland, dimostra come l'assunzione di cocaina acceleri il processo di pulizia dei neuroni, in un processo, definito dagli stessi ricercatori, "cannibalismo cerebrale".

Cocaina: scoperto un nuovo effetto devastante sul cervello.

La cocaina è uno stupefacente, un alcoloide che si ottiene dalle foglie della coca, una pianta tipica del Sud America. E’ una delle droghe cosiderata tra le più pesanti, che agisce sul sistema nervoso, e il cui effetto, a livello locale, è anastetico e vasocostrittore.

Numerosi studi negli ultimi decenni hanno dimostrato come questa sostanza agisca a livello del sistema nervoso centrale bloccando il reuptake (recupero) di dopamina nel terminale presinaptico, riducendo la funzionalità delle proteine di trasporto, le dopamine active transporter (DAT) e impedendo quindi il riassorbimento di dopamina nel neurone. Questo processo ha l’effetto, quindi, di aumentare i livelli di dopamina a livello delle terminazioni sinaptiche dei neutoni dopaminergici del sistema nervoso centrale, provocando, insieme al blocco di riassorbimento di norepinefrina e serotonina, l’esaurimento del neurotrasmettitore del neurone presinaptico e alterando, di conseguenza, la normale risposta fisiologica delle sinapsi alla depolarizzazione. 

Ma, la scoperta sconvolgente arriva dai ricercatori della John Hopkins, Univerity School of Medicine di Baltimora (Maryland), che hanno pubblicato, su Proceedings of the National Academy of Sciences, uno studio in cui hanno dimostrato come, tra gli effetti dell’elevata assunzione di cocaina, oltre ad euforia, accellerazione del battito cardiaco, dilatazione delle pupille, aumento di temperatura e pressione, vi sia l’autodistruzione delle cellule celebrali attraverso un processo autofago che porterebbe le cellule cerebrali ad auto-divorarsi, e che, proprio per questo, i ricercatori americani definiscono addirittura “cannibalismo cerebrale“. 

L’autofagia cerebrale è un procedimento normale che avviene a livello cellulare: le cellule, infatti, fisiologicamente si degradano ripulendosi e eliminando le parti inutile che vanno sostituite; ma, in presenza di alte dosi di cocaina, questo processo aumenta rimuovendo anche le componenti essenziali e indispensabili della cellula. Prasun Guah, il ricercatore che ha coordinato la ricerca spiega: “Una cellula è come un contenitore nel quale si forma in continuazione spazzatura, ma sotto l’effetto della cocaina l’autofagia agisce come una casalinga che porta via i rifiuti e butta tutto, anche le cose che bisogna tenere”. 

Lo studio dei ricercatori americani della Hopkins ha portato anche alla scoperta di una nuova sostanza, la CGP3466, che sembrerebbe avere la capacità di proteggere le cellule cerebrali dopo la somministrazione della droga, interrompendo l’interazione tra l’enzima GAPDH e il monossido di azoto, responsabile dell’autofagia. 

Gli stessi ricercatori si sono dichiarati consapevoli che questo è solo il primo passo, che apre però la strada per la sperimentazione di nuovi farmaci che riducano gli effetti della cocaina su chi ne fa uso. 

Continua a leggere su Fidelity News