Bimba sudafricana smette terapia contro l’Hiv ed il virus non ritorna

Una bambina del Sudafrica smette la sua terapia contro l'Hiv ed il virus non torna. E' stata decisiva la somministrazione dei farmaci antiretrovirali

Bimba sudafricana smette terapia contro l’Hiv ed il virus non ritorna

Il caso della bambina sudafricana è il terzo caso al mondo del virus Hiv sotto controllo senza l’uso dei farmaci. La piccola è stata contagiata dalla madre durante il parto ed è stata curata grazie alla terapia antiretrovirale a nove settimane per dieci mesi. Oggi, dopo otto anni e mezzo senza usare i farmaci, il virus è ancora sotto controllo e non mostra nessun tipo di problema.

Certo, il virus è ancora lì e non è stato ancora sconfitto, poiché al contrario del Hcv, il virus dell’epatite C, l’Hiv è molto più insidioso, poiché si forma sotto il sistema immunitario creando dei veri e piccoli depositi che nemmeno i farmaci possono attaccare. La malattia ora è solamente in “remissione”, questo vuol dire che la persona resta ancora infetta, ma non può essere contagiosa poiché il virus non riesce a replicarsi.

Il caso di questa bambina è stato presentato al congresso International aids society di Parigi. Questo è il terzo caso, dopo quello del Mississippi baby, che fu costretto a curarsi dopo solamente trenta ore di vita, rimase poi 27 mesi senza farmaci prima che la malattia riapparisse di nuovo, mentre un altro caso è quella di un adolescente francese che oggi ha circa vent’anni e non si cura da quando ne ha 6.

La bambina del Sudafrica fa parte di un trial clinico che studia l’effetto del trattamento dei bambini all’Hiv nelle prime settimane della loro vita per poi sospendere la cura con i farmaci per iniziare quella antiretrovirale per vedere la reazione di questo virus. La maggior parte dei pazienti rispondo con risposta virologica aumentata, ma non sempre capita così, soprattutto per i bimbi trattati molto precocemente.

Lo studio della bambina è diretto da Anthony Fauci, uno degli esperti mondiali dell’Aids, e finanziato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases americano. L’esperto ha parlato del caso della bambina sudafricana: “La bimba non ha una mutazione che potrebbe darle una resistenza naturale all’infezione da Hiv dunque la remissione sembrerebbe essere legata al trattamento precoce”.

Continua a leggere su Fidelity News