Arriva la spina dorsale bionica per far camminare chi è paralizzato

E' oramai in procinto di arrivare la nuova spina dorsale bionica che promette di ridare speranza a paraplegici e tetraplegici di tutto il mondo. O quantomeno, di coloro che potranno permettersela.

Arriva la spina dorsale bionica per far camminare chi è paralizzato

Sembrerebbe oramai essere soltanto una questione di tempo l’arrivo della spina dorsale bionica, un dispositivo ad altissima tecnologia capace di restiture una speranza ai paraplegici di tutto il mondo. O quantomeno a coloro che, costretti ad una mobilità limitata o assente a causa di danni alla spina dorsale, potranno permettersi di pagarla.

La spina dorsale bionica è un progetto che sta impegnando un gran numero di ricercatori dislocati tra la University of Melbourne ed il Florey Institute of Neuroscience and Mental Health, i quali hanno già presentato il loro progetto attraverso la prestigiosa rivista Nature Biotechnology.

La spina dorsale bionica ha preso il nome di “Stendrode“, e secondo i piani dovrebbe venire installata all’interno di un vaso sanguigno deputato all’irrorazione del cervello. Il sistema dovrebbe funzionare monitorando le attività cerebrali e convertendo gli impulsi nervosi al posto dei neuroni, dimodoché questi non si rendano più necessari alla veicolazione dei comandi motori.

Si tratta insomma di una sorta di “bypass neurale” mediante il quale sarà possibile scavalcare gli stessi neuroni danneggiati, e mettere direttamente in comunicazione il cervello con la spina dorsale sana. La spina dorsale bionica sarà lunga in tutto 3 centimetri, ed il suo diametro è misurabile in pochissimi millimetri.

Il prototipo è già stato testato sugli animali, ed ha dato indicazioni positive: la sperimentazione sulle pecore è stata infatti condotta con successo, e gli ovini si sono trovati a poter controllare gli arti grazie a questo straordinario bypass neurale. La fase di sperimentazione animale è durata 190 giorni, ed ha confermato dunque le ottime sensazioni dei ricercatori.

Lo Stendrode, o spina dorsale bionica che dir si voglia, è stato finanziato in parte anche dall’esercito statunitense, sempre in prima linea quando si tratta di produrre tecnologie in grado di agevolare in qualche modo i soldati (in questo caso, lo scopo è ovviamente quello di far riprendere una vita quanto più normale possibile ai militari rimasti paralizzati sul campo di battaglia).

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