Apple blinda l’iCloud e minaccia il ricorso alla Corte Suprema se…

Apple continua a negare lo sblocco dell'iPhone coinvolto nella strage di San Bernardino perché darebbe all'FBI poteri inauditi ed incostituzionali. E, nel frattempo, Tim Cook ha dato mandato ai tecnici di rendere iCloud del tutto inviolabile: meglio prevenire...

Apple blinda l’iCloud e minaccia il ricorso alla Corte Suprema se…

Come ricorderete, ormai da qualche settimana, l’FBI (Federal Bureau Investigation) sta chiedendo ad Apple di sbloccare l’iPhone del killer di San Bernardino al fine di poter procedere con le indagini: inutile dire che la società della mela morsicata è ferocemente contraria a tale richiesta e, a quanto pare, sarebbe pronta ad alzare il tiro della “querelle” blindando gli iPhone e minacciando, addirittura, il ricorso alla Corte Suprema.

Nello specifico, Apple avrebbe già depositato la documentazione, presso il tribunale della California, nella quale spiegherebbe i motivi per i quali non può assecondare la richiesta dell’FBI di sbloccare l’iPhone dell’attentatore all’istituto di riabilitazione di San Bernardino: secondo i legali di Cook, tale richiesta violerebbe i diritti costituzionali perché darebbe all’FBI un potere “pericoloso” nell’ambito di un corretto equilibrio privacy-sicurezza.

Cook, tra l’altro, si è anche detto pronto a parlare con il governo, e con Obama in persona, al fine di trovare una soluzione che soddisfi tutti e che risolva la questione “nel migliore dei modi”. Tuttavia, se non si dovesse addivenire ad un accordo, si rifiuterebbe di introdurre la famosa backdoor nei suoi iPhone perché ciò esporrebbe i suoi utenti a gravi vulnerabilità e sarebbe “l’equivalente software del cancro”. Un’immagine piuttosto forte.

Nel frattempo, come si suol dire, “per non saper né leggere né scrivere”, Apple si porta avanti ed avrebbe richiesto – secondo il New York Times ed il Financial Times (che citano sia esperti del settore che fonti interne a Cupertino) – ai suoi ingegneri di rendere praticamente inviolabile i suoi iPhone e, nello specifico l’iCloud, ove tutti i dati degli iDevice convergono. In tal modo il livello della questione verrebbe di molto alzato perché, nel caso venisse confermato l’obbligo ad Apple di bloccare il telefono “incriminato”, sarebbe necessario sia sviluppare nuove soluzioni tecniche – per lo scopo – che coinvolgere l’intero Congresso nella redazione di nuove leggi che prevedano espliciti obblighi per le aziende se coinvolte in episodi analoghi.

Intanto il mondo della tecnologia sembra schierarsi compatto a favore di Apple: Twitter, Facebook e Google presenteranno mozioni “amichevoli” a sostegno della posizione di Apple presso il tribunale della California e la stessa Microsoft ha sostenuto la necessità di risolvere i problemi del XXI secolo con leggi del XXI secolo: a questo punto appare del tutto isolata la posizione di Bill Gates, ex Ceo di Microsoft, il quale – di recente – ha sostenuto che Apple avrebbe anche potuto sbloccarlo quell’iPhone di San Bernardino perché, comunque, si trattava di un episodio singolo e non di una misura generalizzata.

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