Malattie, congedi e permessi, nuove regole per il pubblico impiego

La ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, è al lavoro per proporre le nuove normative che regoleranno malattia, congedi e permessi. Per ora ipotesi già ben delineate.

Malattie, congedi e permessi, nuove regole per il pubblico impiego

Nella pubblica amministrazione sono in arrivo nuove regole su malattia, congedi e permessi. L’intesa tra sindacati e governo del 30 novembre prevedeva la rivisitazione normativa di questi ambiti, che nel 2014 l’Aran (Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) aveva già abbozzato senza trarre delle conclusioni.

Lo studio del pacchetto malattia non avverrà a tavolino da agenzie particolari, ma starà alla base delle trattative sui rinnovi contrattuali. Innanzitutto non andrà trascurato quanto l’Aran, tre anni fa, aveva abbozzato. Nel 2014 si parlò di spacchettare la ‘malattia’ in ore, così che l’assenza dal posto di lavoro per il tempo di una visita o di un esame, non faccia saltare l’intera giornata lavorativa al dipendente pubblico.

La rivisitazione dei contratti riguarda strettamente i contratti precedenti e quanto hanno stabilito, non la legge – come ad esempio la 104 – sui permessi ai disabili. In questi casi non si può intervenire nel cuore della legge, ma sul modo di fruirne. Il tutto sarà più chiaro a febbraio quando la definizione di un decreto di riforma per il pubblico impiego avvierà il lavoro del rinnovo contrattuale.

Non è intenzione del governo lasciare quindi cadere i termini di attuazione della delega Madia, sono allo studio le modalità che regoleranno il lavoro pubblico. Tra le proposte resta in sospeso l’argomento “dirigenza”, che la Consulta di novembre avrebbe già bocciato.

Per i furbetti del cartellino (già si è verificato un licenziamento in proposito) pare che il ministero presenti alcuni decreti correttivi; nella conferenza unificata di gennaio si è parlato di partecipate e dirigenza sanitaria, nel tentativo di trovare un’intesa con gli enti territoriali, come richiede la Corte Costituzionale. Comunque è necessario che le proposte passino per in Cdm.

Il 2 febbraio c’è una Conferenza con le Regioni sull’argomento e, nello stesso mese, l’esecutivo vuole concludere l’accordo. Per quanto riguarda gli abusi sulle assenze per malattia, l’esecutivo è deciso di portare avanti il progetto di un unico polo della medicina fiscale, in capo all’Inps (le Asl vengono messe da parte). In questo modo si pensa di ottenere accertamenti più efficienti. Prima di giungere al decreto ci sarà anche un confronto con i sindacati, nel rispetto dell’accordo di novembre.

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