La “buona scuola” di Renzi: ecco come sarà

Digitalizzare la scuola, stabilizzare la condizione dei precari e innovare i programmi scolastici. Ecco alcune delle novità previste dalla riforma nei piani del Premier Renzi per portare la scuola dal '900 al terzo millennio

La “buona scuola” di Renzi: ecco come sarà

Ci sono delle novità in atto nel mondo dell’istruzione e ad oggi, dopo mesi e mesi di discussione con scuole, ragazzi, cittadini ed politici competenti, si sta per arrivare all’attuazione della “Buona Scuola” di Renzi. Questa nuova proposta di riforma dovrebbe attuarsi, legislalmente parlando, durante il prossimo Consiglio dei Ministri, il quale avrà luogo il 27 febbraio.

E proprio adesso che manca così poco il Premier ha colto l’occasione per ricordare e rendere noti i punti principali della Buona Scuola durante il convegno “La Scuola che cambia, cambia l’Italia”.

Per quanto riguarda direttamente gli studenti si è deciso di lasciar perdere l’idea delle lavagne tecnologiche, ritenute troppo costose. La tecnologia entrerà comunque nelle vite degli studenti, che da ora in poi apprenderanno anche con l’aiuto dei tablet, i quali però non saranno forniti dalla scuola, ma dovranno essere già di proprietà degli studenti. Lo stato e la scuola si impegneranno a fornire i device alle famiglie più indigenti e a rendere disponibili wi-fi e banda larga negli istituti. Ci saranno più ore dedicate a musica e arte, materie che ultimamente avevano subito dei ridimensionamenti. Inoltre per quanto riguarda gli istituti professionali e tecnici verranno istituite 200 ore durante l’ultimo triennio in cui lo studente potrà e dovrà avvicinarsi al mondo del lavoro. Si pensa di attuarlo anche nei licei, in cui però sarà una scelta facoltativa.

Dal punto di vista dei docenti invece si prevede di stabilizzare 150 mila precari entro l’anno 2015/2016, un 20% in meno rispetto a quelli previsti, poiché verrà escluso chi non ha tenuto nemmeno una lezione negli ultimi cinque anni. Verranno esaurite ed in seguito eliminate le graduatorie a scorrimento e si potrà accedere all’insegnamento solo in seguito ad un concorso, il primo dei quali avrà luogo nella primavera del 2015.

Ma i precari assunti saranno comunque in numero maggiore rispetto alle cattedre disponibili ed infatti quelli “in eccesso” saranno a disposizione degli istituti come supplenti o come insegnanti responsabili di orientamento ed altre attività extracurriculari. Per quanto riguarda i salari, Renzi sostiene che si avanzerà per meritocrazia, quindi l’insegnante avrà un aumento di stipendio non in base all’anzianità, ma in base a criteri di merito decisi dal singolo istituto.

Anche i presidi saranno giudicati per le loro capacità di fare economia: infatti saranno affidati a loro maggiori poteri decisionali su come gestire il budget della scuola, che tra l’altro, ed ecco un’altra novità, potrà essere incrementato da donazioni (defiscalizzate, tende a precisare il premier) da parte di privati, una sorta di 5×1000.

Sembra che davvero qualcosa si stia smuovendo e si spera che questa proposta venga accolta con entusiasmo e che venga attuata il prima possibile.

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