Inventata la prima pelle sintetica iper-elastica per rivestire i robot

La rivista Scienze ha appena pubblicato il rapporto su un'interessante invenzione nel quale anche l'Italia ha avuto il suo peso: parliamo dell'invenzione di una pelle sintetica altamente elastica e sensibile che potrà rivestire i robot umanoidi del domani.

Inventata la prima pelle sintetica iper-elastica per rivestire i robot

Qualche settimana fa abbiamo reso conto dei progressi dell’americana Boston Dynamics, l’azienda Googleiana di robotica, nel realizzare il nuovo Atlas, il robot sempre più simile ad un uomo. Perché, però, un robot somigli davvero ad un uomo, oltre all’intelligenza, deve acquisirne anche delle somiglianze di tipo estetico. In questo senso sembra molto interessante la notizia apparsa sulla rivista “Science” in cui si parla della creazione di una pelle sintetica per i robot.

In particolare, la rivista Science racconta come il gruppo di lavoro del professor Robert Shepherd, dell’americana Cornell University, abbia realizzato tale pelle in collaborazione con Barbara Mazzolai, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, e con Cecilia Laschi, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (due delle donne più importanti nel settore della robotica).

Secondo l’articolo pubblicato, il team di lavoro si sarebbe ispirato – per la realizzazione di tale “pelle” – a quella del polpo ed il risultato sarebbe un tessuto iper-elastico capace di deformarsi ed allungarsi di ben 500 volte la misura iniziale per, poi, ritornare rapidamente alle sue dimensioni e forme iniziali. Tale tessuto, inoltre, sarebbe in grado di percepire il tatto e la pressione e di illuminarsi o cambiare colore (a seconda della prevalenza di alcune condizioni anziché di altre). Tutte queste proprietà sarebbero state ottenute grazie ad una miscela di silicone al cui interno sarebbero stati inseriti elettrodi di idrogel e particelle di solfuro di zinco, rame e manganese.

Gli sbocchi possibili di tale invenzione sono davvero tanti. Si può pensare ad una rapida applicazione nel mondo della moda, per dei tessuti “camaleontici”, o nel mondo dell’arredamento, per la creazione di mobili “sensibili” che cambiano colore secondo l’ora o ciò che gli si posa sopra.

Meglio ancora si può ipotizzare un utilizzo di questo tessuto avveniristico per la più fantascientifica pelle da applicare sui robot. In tal senso si è già rivestito un braccio robotico con piena soddisfazione, ottenendo un dispositivo che riusciva a piegarsi, a percepire delle sensazioni cutanee, a cambiare colore se la stretta era troppo forte e via discorrendo.

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