Il criminologo Alessandro Meluzzi ha analizzato il caso Weinstein: in Italia le parole di Asia Argento hanno creato due fronti compatti fra chi lo definisce un lurido, moralmente deprecabile, un uomo osceno che usa il proprio potere, ma non si può definire stupratore, e chi difende le attrici che si sono ripetutamente concesse per paura di veder stroncata la carriera.
Meluzzi ha principiato affermando: “Ci sono addirittura dei saggi in cui si parla del divano del produttore. E’ una storica, antica connessione tra mondo dello spettacolo, da Hollywood a Cinecittà, e rapporti sessuali tra attrici e produttori, non è una novità. Non lo sappiamo da oggi, è un concetto su cui si può discutere, non saprei se si tratta di uno scambio alla pari, di un mercimonio, di una forma di sottomissione, di una prevaricazione, di un abuso o di una scelta. ” Sottolinea che ogni storia è una storia a sé e numerose giovani donne credono che per far carriera occorra concedersi, una prassi antica e consolidata: la donna si può far scegliere anche in base ad altri calcoli, è, comunque, pienamente legittimo attuare ogni tattica.
Il criminologo ha sentenziato che Weinstein è stato uno dei principali finanziatori di Hillary Clinton, che ha costruito la propria campagna elettorale attaccando il maschilismo di Trump, e non osa pensare cosa sarebbe accaduto se questo soggetto fosse stato il sostenitore della campagna di Donald. I doppi-pesismi della morale, quella femminista da una parte, quella di una sinistra politicamente corretta dall’altra, proferisce, gli fanno schifo, non tanto per ragioni ideologiche, ma perché allontanano dalla logica, dalla realtà.
Meluzzi crede che dovremo parlare di scambio sessuale, perché se un uomo decide di utilizzare il proprio potere – accade in tutti gli ambiti accademico, politico, economico – è innanzittuto uno sfigato, in secondo luogo è moralmente riprovevole, in terzo luogo è di cattivo gusto. Lo psichiatra afferma che le donne rispondono in base al proprio buon gusto, alla propria morale, alla propria coscienza e che il vittismo è superfluo.
In risposta alle parole di Asia Argento: “Solo in Italia mi criticano per il caso Weinstein” Meluzzi pensa che ormai siamo di fronte a una tempesta in una tazza di the, cancellando quel depravato americano, la discussione sulla violenza alle donne potrà essere innalzata su tematiche realmente preminenti: “Ci sono ben altre faccende di cui occuparsi per quanto riguarda la violenza alle donne. C’è l’infibulazione in Africa per esempio“.