Classifica benessere mamme e figli: Italia al 12esimo posto

La speciale classifica redatta da Save The Children sul benessere mamma e figli ha visto scendere di un posto l'Italia rispetto allo scorso anno, piazzandosi al dodicesimo posto. Prima ancora una volta la Norvegia

Classifica benessere mamme e figli: Italia al 12esimo posto

Nella speciale classifica di Save the Children che misura il benessere materno-infantile l’Italia perde una posizione rispetto allo scorso anno e si piazza alla dodicesima posizione. Confermato invece il primo posto alla Norvegia, mentre la Somalia si piazza all’ultimo posto. I dati del rapporto annuale di Save the Children sono stati presentati durante l’inaugurazione ad Expo 2015 del Villaggio Save the Children. Presente alla cerimonia il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, del Parlamento Italiano.

Il messaggio “Be the Change” è  rivolto a tutti i visitatori dell’Esposizione Universale, e promotore anche di questa iniziativa è Giovanni Allevi, che è ambasciatore di Save the Children. Il compositore ha eseguito alcune sue composizioni tratte dall’album Love, proprio per i bambini che soffrono per la mancanza di cibo.

Claudio Tesauro, presidente Save the Children Italia, ha dichiarato: Negli ultimi 25 anni si sono fatti progressi nella lotta alla mortalità e malnutrizione infantile ma tanto resta da fare. Il 2015 è un anno chiave perché le Nazioni Unite stabiliranno i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile, che impegneranno gli Stati e tutti noi a costruire, entro il 2030, un mondo in cui povertà, disuguaglianze siano state annullate. Save the Children intende contribuire appieno e siamo certi che Expo sia un’occasione per coinvolgere tutti”.

Dopo la Norvegia, i Paesi ritenuti più a misura di madri e bambini, sono in successione Finlandia, Islanda, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Spagna, Germania, Australia, Belgio. In fondo alla classifica la Somalia, preceduta da Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centroafricana, Mali, Niger, Gambia, Costa d’Avorio, Chad, Guinea Bissau, Haiti e Sierra Leone.

Dai dati emerge che in Somalia 1 bambino su 7 non arriva a 5 anni e 1 donna su 18 muore per gravidanza o parto, una ogni 20 in Niger. E simile è la situazione in Angola e Sierra Leone, mentre in Islanda la media di mortalità infantile è di 1 bambino su 476. Diverse anche le situazioni scolastiche, che vedono carenza estrema nei paesi sottosviluppati contro un’alta istruzione in paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda.

Anche se in molte zone le donne ricoprono seggi in parlamento la situazione è difficile, ma per fortuna alcuni dati sono anche positivi, come ad esempio in Egitto e Filippine, che sono stati in grado di diminuire i tassi di mortalità infantile e di rafforzare i sistemi sanitari.

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