1816: 200 anni fa l’umanità conobbe "l’anno senza estate"

L'eruzione del vulcano Tambora attivo nell'isola indonesiana di Sumbawa emise una ingente quantità di polveri che impedirono alla luce solare di riscaldare la superficie terrestre. L'estate del 1816 fu quindi eccezionalmente caratterizzata da neve e gelo.

1816: 200 anni fa l’umanità conobbe "l’anno senza estate"

Come ogni anno l’estate è sinonimo di vacanze e caldo: per molti non potrebbe essere altrimenti, ma non è sempre stato così. Gli annali annoverano infatti il caso eclatante e allo stesso tempo eccezionale del 1816, passato alla storia come “anno senza estate”. L’anomalia climatica verificatasi esattamente 200 anni fa interessò l’intero pianeta, ma in particolar modo l’Europa e il Nord America.

Le testimonianze di chi visse in quell’anno descrivono un’estate più simile ad un inverno, con continui susseguirsi di fenomeni nevosi accompagnati da freddo e gelo. Ma quale fu la causa di questo clima bizzarro? Gli scienziati ci misero quasi un secolo per comprenderlo, individuandone la causa nella spaventosa eruzione del vulcano Tambora dell’anno precedente. L’evento emise nell’atmosfera ingenti quantità di polveri che dall’Indonesia avvolsero progressivamente l’intero globo. La coltre di ceneri costituì una vera e propria barriera ai raggi solari, incapaci così di riscaldare adeguatamente la superficie terrestre.

L’eruzione iniziò il 5 aprile 1815 e durò sino al successivo mese di luglio. Le cronache raccontarono di esplosioni udite a centinaia di miglia di distanza oltre alle innumerevoli vittime tra la popolazione della provincia di Tambora. Secondo i vulcanologi tale evento rappresentò una delle più potenti eruzioni verificatesi dalla fine dell’ultima era glaciale. Le conseguenze furono tali da farsi sentire per diversi anni in tutto il mondo.

L’anno successivo l’Europa fu colpita da una gigantesca carestia causata dagli scarsi raccolti e dal repentino aumento dei prezzi delle derrate agricole. Il freddo e l’insufficiente approvvigionamento alimentare comportarono il diffondersi di epidemie di colera.

Gli scienziati sono giunti alla conclusione che tale evento di portata storica ebbe nel minimo di Dalton una ulteriore concausa. Nel periodo compreso tra il 1790 ed il 1830 circa fu infatti rilevata una bassa attività solare che comportò temperature medie più basse a livello globale.

Il fenomeno è conosciuto anche come “macchie solari“, in quanto sulla superficie solare si rilevano delle zone più fredde rispetto alle circostanti, appunto le sopracitate macchie. L’umanità riuscì lentamente a riprendersi, ma anche oggi, a distanza di oltre 200 anni, un evento del genere rappresenterebbe un disastro di immani dimensioni.

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