La comunicazione moderna è caratterizzata da ritmi e velocità molto elevate, tanto che – limitandosi alle sole parole scritte – il rischio dell’ambiguità è molto elevato. Ciò ha reso necessario introdurre ed adottare gli emoticons, o emoji, di cui il 17 Luglio ricorre, come ormai da tradizione, la ricorrenza del World Emoji Day.
Per offrire qualche spunto di riflessione in occasione delle celebrazioni dedicate alle emoji, il portale Top Doctors, specializzato nel mettere a disposizione degli utenti i migliori specialisti in ambito medico, ha condotto una ricerca che mira a far luce sulla frequenza d’uso, e l’importanza, da parte degli italiani, degli emoji nelle interazioni digitali.
Innanzitutto, dati alla mano, è emerso come l’83% delle persone testate abbia ammesso di usare sempre, o quasi, gli emoji, in ogni occasione di interazione virtuale, foss’anche di lavoro. Pur non considerate da alcuni (un quarto dei sondaggiati) spontanee come il linguaggio non verbale del corpo, gli emoji vi vengono accostate (29%) come mezzo per esprimere (in modo parziale, per il 33%) elementi di tono (di fatti, il 22% se ne avvale per far ironia o scherzare) che, altrimenti, non troverebbero ospitalità nella sola comunicazione testuale. Più radicalmente, l’11% li usa addirittura per sintetizzare in toto interi concetti, all’interno di una comunicazione universalmente comprensibile, anche dai più piccoli
Per una buona fetta (50%) degli italiani presi in considerazione da Top Doctors, gli emoji sono essenziali nel porre le basi per una connessione tra due utenti, indipendentemente dal fatto che sia emotiva o intellettuale: non mancano, rispetto al 33% che li ritiene in tal senso utili ma non essenziali, anche un ristretto gruppo di persone (17%) che, in merito, li reputa del tutto accessori ed inutili.
Sempre in relazione alle connessioni virtuali tra due persone, ed al ruolo che gli emoji rivestono in esse, non mancano gli utenti (17%) che li usano per farsi un’idea di chi si trovano metaforicamente di fronte, costruendosi l’immagine di una persona fredda nel caso l’interlocutore non ne faccia uso, mentre altre persone (1 su 6) – pur reputando importante il contesto e la situazione come elementi quadro – ritengono gli emoji utili per capire l’atteggiamento della controparte nei propri riguardi.