Winnie the Pooh è l’elemento più censurato in Cina nel 2015. Perché?

La pubblicazione dell'annuale rapporto Weiboscope, da parte dell'Università di Hong Kong, illustra come l'elemento più censurato in Cina nel 2015 sia un'immagine dell'orsetto Winnie the Pooh, perché troppo somigliante al presidente cinese Xi Jinping.

Winnie the Pooh è l’elemento più censurato in Cina nel 2015. Perché?

Winnie the Pooh è il simpatico orsetto, dall’aspetto bonario e dal pancione prominente, nato dalla fantasia dei disegnatori Disney: potrà piacere o non piacere, ma nessuno – sinora – lo aveva ritenuto pericoloso.

Eppure un rapporto pubblicato da Weiboscope, un progetto giornalistico dell’Università di Hong Kong, ha dimostrato che un’immagine di Winnie the Pooh con la didascalia “da convididere” è stato una delle cose più censurate in Cina nel 2015.

In Cina, verso la metà di Dicembre, si è tenuto il summit mondiale su internet ed il gigante asiatico ne ha approfittato per rivendicare il suo diritto di censura per tutelare la sua “sovranità digitale”. A conferma di quest’interesse verso la censura da parte del governo di Pechino, non più di qualche settimana fa, abbiamo parlato di come in Cina si siano iniziati a sequestrare e perquisire anche gli smartphone alla ricerca di app ritenute pericolose perché troppo attente alla privacy (es. Telegram).

A quanto pare, la censura – in Cina – non si ferma qui. Il Centro Studi su Giornalismo e Media dell’Università di Hong Kong ha pubblicato, di recente, l’annuale rapporto Weiboscope che tiene conto dei post Weibo (un Facebook cinese) più censurati sulle timeline pubbliche di alcuni microbloggers piuttosto popolari (con almeno 1000 follower). Nel riscontrare l’azione della censura, i ricercatori di Hong Kong hanno tenuto conto di contenuti prima accessibili e che, poi, una volta spariti, restituivano il messaggio di “accesso negato”.

Dai dati acclusi al rapporto Weiboscope di quest’anno si evince che l’elemento più censurato del 2015 sia stata un’immagine di Winny the Pooh, l’orsetto Disney, a cavallo della sua auto. Il perché di una censura così bizzarra si può scoprire guardando alle foto del presidente cinese Xi Jinping, il 3 Settembre 2015, durante la parata per i 60 anni della fine della Seconda Guerra mondiale: a parte il colore dell’auto, è innegabile che vi sia una certa somiglianza tra il capo di Stato cinese e l’orsetto Winnie che, nello stesso giorno, venne condiviso più di 65 mila volte sul social Weibo. Prima di essere rimosso in maniera coatta.

Somiglianza che alcuni utenti di Weibo avevano già sottolineato nel 2013, in occasione dell’incontro di Xi Jinping con il presidente USA Barack Obama: in quell’occasione apparve un’illustrazione di Winnie che passeggiava con Tigro la cui somiglianza con gli omologhi reali era davvero sorprendente. Anche nelle espressioni dei volti.

paragone

In Cina, mancando la libertà, il popolo si ingegna come può nel cercare un po’ di libertà d’espressione: a volte anche ricorrendo all’ironia ed al sarcasmo. Peccato che. a quanto pare, in quel di Pechino non devono avere un elevato senso dello humor se, come elemento più censurato in Cina nel 2015, hanno scelto persino l’innocuo orsetto Winnie the Pooh.

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