Twitter, la celebre piattaforma per il microblogging, rappresentata da un canarino azzurro e fondata da Jack Dorsey, ha chiuso il vecchio anno con un interessante rapporto sulla trasparenza, ed aperto quello nuovo con un programma volto a testare funzionalità a favore dei dialoghi sani.
Qualche settimana fa, Twitter ha pubblicato il suo rapporto sulla trasparenza, relativo ai primi 6 mesi del 2018: da tale dossier emergono vari dati importanti. Innanzitutto, le richieste di informazioni da parte dei governi sono aumentate del 10%, raggiungendo i 9.226 account, con la maggior parte delle quali (2.231) provenienti dagli USA, accontentati nel 76% dei casi. Decisamente poco indiscreta l’Italia, che ha inoltrato al quartier generale di Twitter richieste informative per solo 67 account.
In tema di violazione del diritto d’autore, sono arrivate 58 mila segnalazioni che, opportunamente vagliate, si sono tramutate in rimozione dei contenuti nella maggior parte (70%) dei casi: ovviamente, non sono mancate nemmeno le violazioni delle policy d’uso della piattaforma che, però, a fronte dei 6 milioni di profili segnalati, hanno portato alla chiusura solo di 600 mila account.
Il mese scorso, il prestigioso Finalcial Times ha dato conto di una ricerca condotta da migliaia di volontari per conto di Amnesty International in merito ai discorsi di odio rivolti verso le donne online: da quanto trapela, pare che – nel solo 2017 – alle donne che erano impegnate nel giornalismo o in politica – sia arrivato un insulto ogni 30 secondi, con particolare accanimento verso le donne di colore.
Contro situazioni del genere, un po’ tutti i social hanno sentito l’esigenza di intervenire. Instagram lo ha già fatto, e Facebook è impegnata nel realizzare un filtro manuale che consenta all’utente di rendere il proprio profilo immune da determinate parole, emoji, o frasi. Mancava Twitter che, proprio al CES 2019 di Las Vegas, ha annunciato l’avvio, nelle prossime settimane, di un programma di testing pubblico finalizzato a promuovere dialoghi sani: il programma, al quale ci si potrà candidare tra qualche giorno, sarà aperto a un migliaio di persone che, nel periodo di collaudo, saranno tenute a fornire regolari feedback, onde consentire gli adeguati correttivi.
Tra gli strumenti che verranno sperimentati, vi è lo status dell’utente, col quale si potrà far sapere se si sta partecipando a una manifestazione, se si è una città diversa, se si è online o meno, ed il “tweet per rompere il ghiaccio“, mediante cui il gestore di un profilo potrà chiedere a chi lo segue di pronunciarsi su particolari temi, come un dato ristorante o film, o i programmi per il fine settimana o le vacanze.