Twitter, la celebre piattaforma di microblogging del canarino azzurro, ha confermato – tramite il suo CEO – la prossima implementazione della modifica per i tweet: intanto, tra le priorità cui metter mano in seno al team del canarino azzurro, figura la risoluzione di un fastidioso bug in ambito Android, mentre la lotta contro le fake news potrebbe non essere più così urgente.
Qualche giorno fa, il CEO e fondatore di Twitter, Jack Dorsey, nel corso di un’intervista radiofonica concessa alla trasmissione “The Joe Rogan Experience”, ha discusso della sua piattaforma, di come si nata l’idea di aggregare i contenuti attorno agli hashtag, di come la nuova dark mode tenderà al nero e non al blu, e del già annunciato test relativo all’etichetta del “tweeter originale“.
Ad una precisa domanda, però, il dirigente ha ammesso che Twitter sta lavorando anche alla modifica dei post, aggiungendo (a quanto detto in precedenza) qualche dettaglio in merito: in pratica, una volta pubblicato un cinguettio, l’utente disporrà di 5-30 secondi di tempo per modificarlo, potendo così correggere sul momento eventuali errori di battitura, senza che venga meno la sensazione di “conversazione in tempo reale” che è tipica della piattaforma. Inoltre, per sgominare il campo dalla possibilità di occultare informazioni utili, o di rimangiarsi quanto detto in precedenza, i lettori potranno sempre accedere alla versione originale del tweet, per capire da dove l’autore fosse partito.
Intanto, dopo un iniziale momento di silenzio, l’account ufficiale @TwitterSupport ha confermato l’esistenza di un bug, nel client Android della piattaforma, in seguito al quale alcuni utenti si sono visti mostrare in cronologia i retweet di persone che non conosceva o seguivano. Il problema, viene spiegato, sarebbe dovuto al fatto che sarebbe stato attivato anche su persone che non si conoscono il tag “social proof”, che viene usato dall’azienda per collegare gli account come persone che si conoscono una volta identificate delle interazioni tra queste ultime. Per fortuna, l’inconveniente è in via di risoluzione.
Infine, è destinata a far discutere una ricerca, cui ha partecipato anche la Northeastern University di Boston, relativa alle fake news diffuse su Twitter in occasione delle presidenziali americane del 2016. Secondo lo studio, condotto sui 16 mila tweet di persone reali (provenienti da votanti registrati negli States) e pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Scienze, solo il 6% di tutte le informazioni consultate sulla piattaforma si sarebbe dimostrata falsa, e nella maggior parte dei casi (80%) tali fake news sarebbero state diffuse (su appena l’1.1% dei NewsFeed) da una ristretta porzione (0.1%) dell’utenza, rappresentata da persone anziane, politicamente attive a destra.