Twitter nella bufera: Musk vuol pagare di meno e alcuni dirigenti hanno preso a offenderlo

Di recente, sono emerse le dichiarazioni private di alcuni dirigenti di Twitter, non favorevoli all'acquisizione del social da parte di Elon Musk che, d'altro canto, inizia a considerare - unilateralmente - la possibilità di pagare la piattaforma meno del pattuito.

Twitter nella bufera: Musk vuol pagare di meno e alcuni dirigenti hanno preso a offenderlo

Twitter, da qualche tempo tra i desiderata di Elon Musk, CEO di Tesla e Space X, si è trovato recentemente nell’occhio del ciclone, a causa della sospensione per il suo passaggio di proprietà (che potrebbe avvenire al ribasso), ma anche in ragione di alcune dichiarazioni imbarazzanti sulla vicenda in questione carpite furtivamente ai suoi dipendenti. 

Secondo quanto riferisce la testata online Bloomberg, Elon Musk, nel corso di una recente conferenza stampa (All-In Summit 2022) tenutasi a Miami avrebbe dichiarato che, visto che per il canarino è impossibile conoscere il numero esatto di bot che si aggirano tra i suoi utenti, non è fuori discussione l’ipotesi di pagare per l’acquisto di Twitter meno dei 44 miliardi di dollari (54,20 ad azione) pattuiti, cifra per la quale il miliardario si era impegnato nelle scorse settimane, iniziando anche la raccolta dei finanziamenti necessari, salvo sospendere la transazione in attesa di numeri più chiari in merito agli account falsi presenti sulla piattaforma. 

Sempre nel corso della stessa occasione, Musk ha poi motivato la possibilità di ribassare l’offerta d’acquisto per Twitter col fatto che non si possa pagare la stessa cifra per qualcosa che si è dimostrato (20% di account falsi secondo la sua stima) peggio di quanto gli altri abbiano affermato (5% di account falsi secondo Twitter stessa).

A stretto giro, è arrivata la dichiarazione del consiglio d’amministrazione del social, che intende “chiudere la transazione e far rispettare l’accordo di fusione” (alle cifre pattuite, ndr). Nel caso specifico dell’accordo sottoscritto tra le parti, nel caso Musk decidesse di non completare l’acquisto di Twitter, dovrebbe pagare una penale di 1 miliardo di dollari: l’imprenditore, però, potrebbe invocare la motivazione “MAE” adducendo d’aver scoperto che il social abbia “riportato erroneamente alcune cifre nei suoi documenti che hanno un effetto negativo materiale sull’azienda“. Nell’eventualità che si finisse in tribunale, tuttavia, nel caso l’argomentazione MAE non venisse recepita, Musk potrebbe essere costretto a portare a termine la transazione secondo i termini dell’accordo sottoscritto.

Sempre da Bloomberg, con successiva ammissione della piattaforma, che ha ringraziato i diretti interessati per l’impegno e la leadership profusi, motivando la relativa scelta con la ricerca di nuove opportunità, arriva la notizia secondo cui altri tre grandi dirigenti di Twitter lasceranno prossimamente l’azienda: si tratta del vicepresidente della gestione dei prodotti per la salute, la conversazione e la crescita, Ilya Brown (in servizio da 6 anni), della vicepresidente del servizio, Katrina Lane (assunta da 1 anno), e del responsabile della scienza dei dati, Max Schmeise (assunto da 2 anni). 

Un’altra grana, per Twitter, è arrivata ancora una volta dai media, e precisamente da un’inchiesta condotta sotto copertura dal redattore di Project Veritas, Benny Johnson, che, in un primo video pubblicato, è riuscito a catturare le dichiarazioni di un probabile ingegnere senior di Twitter, Siru Murugesan, che ha rivelato come nell’azienda per cui lavora le persone siano contrarie all’acquisizione da parte di Musk perché la cultura della piattaforma sarebbe molto di sinistra. In un altro video, un dirigente di Twitter, Alex Martinez, Lead Client Partner del social, avrebbe invece dichiarato che non si dovrebbe prendere sul serio Musk in quanto “handicappato mentale“, posto che sarebbe – come confermato dallo stesso interessato – affetto dalla sindrome di Asperger.

A tale round di dichiarazioni, Musk si è mostrato di volta in volta incredulo e indignato, nel mentre Twitter pare abbia chiesto ai propri dipendenti di essere cauti nelle loro conversazioni interne, o quando effettuano dichiarazioni in pubblico e in privato.

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