Twitter, il popolare social network abitato dagli haters

Un hater su due, ovvero la metà degli odiatori su Twitter, nel 2020, complice la pandemia, ha avuto come bersaglio le donne, soprattutto lavoratrici professioniste.

Twitter, il popolare social network abitato dagli haters

Secondo la stima di varie Università, gli odiatori (haters) su social network come Twitter raggiungono livelli spropositati, concentrandosi soprattutto sulle donne. Basti pensare che Degli oltre 1.300.000 tweet analizzati, i negativi sono stati più di 560.000 (il 43%),Nel 2020, occupano i primi due posti gli odiatori di donne (49,91%).

Colpiti sono anche gli islamici, gli ebrei, i disabili, un attacco misogino è quello per eccellenza, le donne online sono vittime di body shaming, quella pratica di derisione del corpo femminile, e sono attaccate le comunità lgbt; senza ritegno su Twitter si spara a zero verso le etnie.

Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di Vox e Ceo di Network Comunicazione ritiene che la causa dei femminicidi aumentati nell’anno pandemico sia ritenuto responsabile dalla possibità dello smart working femminile, non tollerato dagli uomini, che sono ancora ad un livello patriarcale del lavoro.

Tra le regioni in cui più si concentra l’odio contro le donne ci sono Lazio, Campania e Puglia oltre a quasi tutto il nord Italia. Basti pensare adn un certo turpiloquio degli odiatori seriali, che sui social danno adito a tutte le loro esternazioni, i cosiddetti leoni da tastiera, e ricorrono poi nella realtà ad un certo tipo di violenza.

I dati Ocse, del resto, indicano la crescita dei crimini d’odio in Italia, passati dai 555 del 2015 agli oltre 1000 del 2019: Lo scorso 5 febbraio, è stato pubblicato, un rapporto con suggerimenti al Governo su misure di contrasto all’hate speech voluto dai Ministeri per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione e da quello della Giustizia.

Andrea Camilleri, già qualche anno fa’, definiva come “il vento dell’odio, che è veramente atroce, lo si sente, palpabile, attorno a noi”. Si pensa ad una strategia per aggirare l’ostacolo, come a corsi per i giovani, di educazione civica, formazione, e cultura giuridica e a forme di mediazione per agevolare la diversità.

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