Peter Smith, un importante studioso di bullismo, ha definito il cyberbullismo come “una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agitata contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi”.
In una recente indagine fatta negli USA, è emerso che, su oltre 1400 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo anno, il 41% dei ragazzi è stato vittima di cyberbullismo
Il cyberbullismo è una piaga in continua crescita, ed è direttamente proporzionale alla conoscenza di internet: più gente usa internet e più il cyberbullismo è “efficace”.
A differenza del classico bullismo, il cyberbullismo è ancora più dannoso – per chi lo subisce – in quanto può provocare una reazione di passaparola incredibilmente rapida e, quindi, diventa praticamente impossibile “cancellare” il torto subito. Non solo: a volte, le vittime non riescono a sapere l’identità di chi li offende, perché si possono nascondere dietro una falsa identità o dietro un nickname.
Nonostante molti Paesi stiano prendendo provvedimenti per poter risolvere il problema, la collaborazione da parte delle aziende che offrono i servizi internet è fondamentale per poter aggiungere lo scopo dell’eradicazione – per quanto possibile – del problema.
Twitter ha deciso di “dichiarare guerra” al cyberbullismo, muovendosi in modo concreto, apportando nuovi aggiornamenti alla piattaforma.
Ha deciso di agire sulle funzionalità del tasto “mute” e, nello stesso momento, sulla modalità di “denuncia” di condotte che violano le politiche di Twitter.
Tasto “Mute”
Oggi consente agli utenti di rendere “muti”, e quindi non vedere, gli account indesiderati. I nuovi aggiornamenti permettono di attivare la funzione anche per le singole parole
Modalità di “denuncia”
Sarà possibile denunciare – segnalare – qualsiasi cosa offenda la persona in base al sesso, alla razza, all’orientamento religioso, all’orientamento sessuale, e in base all’etnia.
Secondo Twitter, ”questo è un altro passo per cercare di affrontare gli abusi e per farlo nel modo più rapido ed efficace”.