TikTok verso il ban negli USA: la Corte respinge il ricorso di ByteDance

La Corte d'Appello ha respinto il ricorso di ByteDance contro la legge che impone la vendita della divisione americana di TikTok, avvicinando l'app cinese al rischio di un ban negli Stati Uniti entro il gennaio 2025.

TikTok verso il ban negli USA: la Corte respinge il ricorso di ByteDance

La battaglia legale che sta determinando il futuro di TikTok negli Stati Uniti ha assunto un nuovo e decisivo capitolo. Recentemente, la Corte d’Appello ha respinto il ricorso presentato da ByteDance, la società madre cinese di TikTok, contro la legge che impone la vendita della sua divisione americana, con la minaccia di un divieto di operare nel paese.

Questa decisione, giunta il 7 dicembre 2024, si inserisce in un contesto molto delicato, con la scadenza fissata al 19 gennaio 2025 per la realizzazione della legge, firmata dal presidente Biden ad aprile. Se ByteDance non dovesse rispettare i termini imposti dalla legge, TikTok potrebbe essere bandito definitivamente dal mercato statunitense. Il ricorso di ByteDance è stato bocciato dalla Corte d’Appello, composta da tre giudici, che hanno ritenuto infondate le argomentazioni sollevate dall’azienda. ByteDance sosteneva che la legge violasse il Primo Emendamento, relativo alla libertà di espressione, e il Quinto Emendamento, che protegge i diritti paritari.

Tuttavia, il giudice Douglas Ginsburg, a nome del collegio di giudici, ha affermato che il governo degli Stati Uniti ha fornito prove convincenti riguardo la necessità di proteggere la sicurezza nazionale. La legge è stata ritenuta “attentamente calibrata“, focalizzandosi su preoccupazioni legate alla sicurezza e alla protezione dei dati sensibili degli utenti americani.

Le preoccupazioni principali delle autorità americane riguardano l’accesso ai dati degli utenti statunitensi da parte del governo cinese, nonché la possibilità che l’algoritmo di TikTok venga manipolato per influenzare l’opinione pubblica americana, in particolare quella dei giovani. La legislazione cinese, infatti, obbliga le aziende a condividere dati con il governo per motivi di sicurezza nazionale, il che ha alimentato i timori di un potenziale rischio per la sicurezza degli Stati Uniti.

TikTok, da parte sua, continua a respingere queste accuse, sostenendo di non condividere i dati degli utenti americani con il governo cinese e di avere una struttura operativa separata. ByteDance non si arrende facilmente e, nonostante la sconfitta in appello, conserva alcune possibilità di azione. L’azienda ha ancora la possibilità di presentare un nuovo ricorso, sia presso il Circuito DC che alla Corte Suprema. Inoltre, il supporto dell’ex presidente Donald Trump, che si è schierato contro il ban di TikTok, potrebbe influenzare i futuri sviluppi legali.

Durante il suo mandato, Trump aveva cercato di vietare TikTok, ma la sua posizione ora sembra essere cambiata. Trump è stato anche supportato da Jeff Yass, uno degli investitori di ByteDance, che detiene una significativa quota dell’azienda. Nonostante le difficoltà legali, la politica americana potrebbe ancora svolgere un ruolo determinante in questa vicenda. La questione rimane tutt’altro che risolta. TikTok ha fino al 19 gennaio 2025 per rispettare le condizioni imposte dalla legge, ma gli sviluppi futuri dipendono da una serie di fattori legali, politici ed economici. La possibilità di un ban di TikTok potrebbe avere ripercussioni significative non solo per l’azienda, ma anche per milioni di utenti e creatori di contenuti negli Stati Uniti. ByteDance ha ancora la possibilità di presentare ricorsi, ma la situazione sembra sempre più incerta, con la possibilità che l’amministrazione Biden prenda ulteriori misure drastiche nei confronti della piattaforma. 

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