Spotify compie 5 anni

Il servizio di streaming musicale celebra il quinto compleanno e festeggia mettendo online la lista dei brani più ascoltati

Spotify compie 5 anni

Spotify, il servizio di streaming musicale più famoso del mondo, disponibile in Italia solo da febbraio di quest’anno, compie 5 anni.

Era il 7 ottobre del 2008 quando Daniel Ek e Martin Lorentzon distribuirono pubblicamente la prima versione di un innovativo servizio di streaming musicale per web e dispositivi mobili. Il lancio avvenne contemporaneamente in Svezia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Finlandia e Norvegia. Attualmente Spotify è disponibile in 32 paesi e, per festeggiare il suo quinto compleanno, ha diffuso un’infografica che ne racconta la storia e Spotify Five, una playlist con le dodici canzoni più ascoltate dal 2008 a oggi (al numero uno, con oltre 150 milioni di stream, c’è Thrift Shop di Macklemore & Ryan Lewis).

Spotify ha sei milioni di utenti che pagano ogni mese l’abbonamento da cinque o dieci euro, e circa altri 20 milioni di utenti che utilizzano le opzioni gratuite del servizio.

Insomma un successo travolgente nonostante l’agguerrita concorrenza nel settore, ma anche molte critiche, riguardanti soprattutto i rapporti con gli artisti.

Molti di questi, infatti, contestano la gestione delle royalty, la quantità di soldi pagati per ogni ascolto, temendo che il lo streaming cannibalizzi altre forme di distribuzione più redditizie come i cd e download di MP3. Il portavoce di questo movimento è Thom Yorke, il frontman di Radiohead e Atoms For Peace che ha attaccato spesso Spotify ritirando dal servizio alcuni dei sui album.

Insomma, da una parte c’è un servizio apprezzatissimo dal pubblico, come dimostrato dal numero di utenti, ma incapace di generare profitto, dall’altra c’è una sostanziale mancanza di alternative concrete a disposizione degli artisti, visto che la vendita dei tradizionali supporti fisici continua a precipitare, mentre il panorama attuale sul Web oscilla tra i download a crescita zero, il citato streaming e la persistente forza del P2P e delle fruizioni gratuite non autorizzate.

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