Snapchat, Spotify, e vari siti sono andati down a causa di disservizi al cloud di Google

I siti più popolari, come Spotify, Snapchat, e Discord hanno accusato dei problemi a causa dei malfunzionamenti ai cloud di Google. Ecco cosa sta succedendo nelle ultime ore.

Snapchat, Spotify, e vari siti sono andati down a causa di disservizi al cloud di Google

Un servizio di Google è andato in down e subito si è ripercosso su molti siti web famosi. Nello specifico, alcuni tra i più grandi portali online, come SpotifySnapchat Discord hanno avuto dei malfunzionamenti proprio a causa di Big G. La cosa curiosa è che le applicazioni e i siti appartenenti a Google sembrano funzionare, mentre i siti di terze parti che si appoggiano ad esso, invece, no.

Oltre ai social network, sono stati riscontrati dei problemi anche sui videogiochi, come ad esempio Rocket League o Pokemon Go: questo significa che una parte importante del web è venuta a mancare durante la giornata.

I problemi ai servizi Cloud di Google

A quanto pare, i problemi che sono stati riscontrati dal colosso americano sono legati agli strumenti che garantiscono il bilanciamento del carico che i siti di terze parti possono sfruttare sui cloud di proprietà della ditta di Mountain View. Questa funzione consente di garantire alle aziende clienti, che fanno affidamento sui suoi server, di poter reggere un carico maggiore qualora ci fosse una maggior affluenza di utenti su determinati siti web. Ovviamente, se la portata di utenza sullo stesso sito si riduce, automaticamente lo strumento distribuisce il carico diversamente, per consentire di supportare i picchi di traffico su altri siti.

Questa tecnologia è parte integrante delle più famose applicazioni che ogni giorno scarichiamo ed utilizziamo, dunque un malfunzionamento può causare un blackout generale. Non è ancora chiaro il perché di questi problemi, ovvero se si tratti di qualche attacco hacker o semplicemente di un tilt momentaneo. Nel 2016 accadde un episodio simile, con un’azienda di nome Dyn che subì un attacco informatico. La parte colpita riguardava proprio gli strumenti che consentivano agli utenti di essere portati nelle sezioni giuste una volta digitati determinati domini. Quel giorno, tra i siti che smisero di funzionare, c’erano Reddit, Spotify, e Twitter.

Nonostante i portali online più grandi utilizzino generalmente dei software propri, spesso capita che parti del programma siano condivise tra più siti internet. La condivisione, ovviamente, ha un costo e, come spesso accade, le aziende si rivolgono a Google, oppure ad Amazon Web Service. Dunque, se manca qualcosa su una di queste due piattaforme, ecco che salta tutto quello che è collegato ad essi. Al momento in cui la notizia è stata diffusa, Big G ha spiegato di essere a conoscenza del problema e di essere già al lavoro per risolverlo quanto prima.

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