Di recente ci siamo pronunciati sul sensibile tema delle bufale via internet, parlando di quelle di carattere “salutistico” a causa delle quali si è portati a credere a terapie e rimedi che di miracoloso, in realtà, non hanno assolutamente nulla se non la viralità con la quale si propagano. Nonostante le smentite.
Ebbene, durante la terribile notte parigina del 13/14 Novembre 2015, mentre i colpi dei terroristi islamici facidiavano decine e decine di vittime innocenti, su internet – causa forse la frenesia di quegli attimi – spuntava anche una bufala della solidarietà.
Come sappiamo, su Twitter, oltre ai post in cui dei generosi parigini offrivano ospitalità alle persone che non potevano tornare a casa per questioni di sicurezza, vi sono stati anche degli hashtag con i quali le persone di tutto il mondo esprimevano la loro vicinanza, di cuore, alla Francia per la terribile tragedia che la stava colpendo. Tra le 3 e le 4 di notte, tuttavia, i trends di Twitter hanno riscontrato la scalata, sino alla vetta, di un altro tweet “solidaristico”: parliamo del misterioso “#PrayForJapan”.
Cos’era successo di così terribile in Giappone per suscitare un evento del genere? Sul momento si è pensato ad un’altra centrale atomica esplosa tanto più che sono già iniziate a circolare messaggi allarmati inerenti il numero di possibile vittime dell’evento collocato in quelle latitudini. Si parlava di 10 mila vittime ma è anche capitato di leggere tweet in cui le vittime venivano innalzate a 15 mila. Un’ecatombe.
In realtà non c’entrava nessun esplosione nucleare. Si trattava di un terremoto, comunque un evento non propriamente piacevole. Il punto è che il terremoto in questione non aveva nulla di terribile, specie considerato che in quelle zone sono abituati a ben di peggio e da quasi sempre: nello specifico il sisma era accreditato di 2/4 gradi della Richter. Ci sarà stato uno tsunami direte voi? Si, quello vi è stato: nell’isola di Nakanoshima, iscritta alla prefettura di Kagoshima (Sud del Giappone), è stato rilevato un innalzamento delle onde marine di 30 centimetri.
Come un evento così gestibile abbia suscitato un tale panico è decisamente un mistero. Nonostante le persone del posto si premurassero di rassicurare tutti gli abitanti della Grande Rete sul fatto che, per fortuna, era tutto andato bene…nel web è scattato il vero proprio panico con persone che, piangendo, si chiedevano cos’avesse fatto di male l’umanità per meritarsi un tale 13 Novembre. Addirittura si è parlato di un tweet di Justien Bieber in cui il giovane artista, nel corso di un suo concerto, avrebbe invitato tutti a pregare per Parigi e per il Giappone: peccato che nel video in questione, di tale invito, non vi fosse alcuna traccia.