La ricerca medica segue strade davvero strane. Molte volte è successo che sperimentazioni in ambito bellico hanno poi avuto piena applicazione in medicina per aiutare le persone in difficoltà. E’ il caso di “Esko”, un esoscheletro nato per esigenze belliche nel 2005 e deputato ad aiutare i soldati statunitensi a trasportare carichi superiori alle loro forze, ed ora adattato a funzioni di riabilitazione motoria. Esko è entrato in questi giorni a far parte delle dotazioni dei “Centri di riabilitazione motoria Padre Pio”, unico centro del Sud Italia ad avvalersi dell’aiuto di questa meraviglia tecnologica. Fino ad oggi il robot era stato utilizzato con successo solo in strutture centro-settentrionali.
Ma vediamo le sue funzioni: Esko è un dispositivo alimentato a batteria che si indossa come una tuta sopra gli indumenti e le scarpe e che viene manovrato con i movimenti delle mani. E’ dotato di quattro motori elettrici e quindici sensori che leggono i tentativi di movimento del paziente e forniscono i dati per compierli correttamente. In un primo momento il dispositivo viene azionato da un telecomando comandato da un fisioterapista esperto, successivamente il paziente può utilizzarlo da solo grazie a due stampelle “intelligenti ” che forniscono appoggio ed aiuto.
L’uso fino ad oggi si è limitato a casi di paraplegia, soprattutto post-traumatica, ma i terapisti che l’hanno avuto in uso ritengono possibile il suo uso anche in casi di limitazioni neurologiche dei movimenti come il Morbo di Parkinson e la distrofia muscolare.
E’ davvero un bel passo avanti per la medicina. La bionica, fino a un paio di decenni fa solo fantascienza, entra a pieno regime nel mondo scientifico e può davvero aiutare le persone in difficoltà a riacquistare in parte o totalmente la propria autonomia.