Google continua ad entrare nel mirino dell’Unione Europea e dei suoi massimi organi di governo. Stavolta la Commissione UE ha superato s stessa ed ha comminato al colosso informatico statunitense una sanzione di 4,3 miliardi di euro per posizione dominante nel mercato e del proprio sistema operativo Android, ormai installato sulla stragrande maggioranza dei prodotti telefonici ‘extra-Apple’.
L’ammontare della colossale multa è stato comunicato agli organi di stampa dall’affidabilissima agenzia Bloomberg e verrà a stretto giro comunicata direttamente dai portavoce della Commissione Europea. Il tutto nel contesto di un clima sempre teso, commercialmente parlando, tra Europa e Stati Uniti.
Già non più di un anno fa, Google era stata multata sempre dalla Commissione Europea per 2,4 miliardi di euro a causa del sistema di comparazione dei prezzi, Google Shopping che, secondo i burocrati del Vecchio Continente, mostrava solamente le differenze di prezzi tra alcuni attori di mercato influenti e di grande portata.
L’accusa dell’Europa in questo caso verso la società americana riguarda nello specifico il patto sottoscritto tra Google e Samsung e la buona parte dei produttori di smartphone mondiali di preinstallare il proprio sistema operativo, Android, portando la propria barra di ricerca sulla schermata principale di ogni dispositivo, incrementando in maniera indiretta i propri ricavi pubblicitari.
Google si prepara a fare ricorso, avendo un lasso di tempo di 90 giorni, nei quali cercherà di formulare le basi di una propria strategia difensiva atta ad evitare l’elevatissima sanzione che equivale ad una manovra finanziaria di alcuni Paesi Europei, ma che, secondo alcuni analisti di mercato, equivale ai “soli” ricavi di due settimane della società americana.
Per di più, gli organi di burocrazia europea stanno studiando una terza causa contro Google riguardo al suo sistema pubblicitario, specie per quanto riguarda le funzioni di Google AdSense, perciò per il colosso americano si prospettano anni molto duri di contrasti con la Commissione Europea.