Microsoft, Google, Facebook e Twitter contro l’odio

L'Unione Europea, ha decretato con delle normative la rimodulazione della pubblicazione di contenuti istigati all'odio. Le maggiori società, devono a forza esaminare i propri contenuti e nel caso necessario, regolarsi di conseguenza.

Microsoft, Google, Facebook e Twitter contro l’odio

L’Unione Europea, ha emanato delel normative per la regolazione dei post in rete. Su lweb circolano moltissimi tipi di post, ma ovviamente quelli che creano scalpore in rete sono maggiormente quelli che istigano l’odio. Le normative sono state emanate e prese in considerazione dalle più grandi società, dalle quali ormai dipende la rete. Esse, comprendono Microsoft, Google, Facebook e Twitter, e questi romai Big della rete, non possono fare altro che un grosso esame dei loro contenuti e rimodulare la propagazione di ocntenuti, ed effettuare delle operazioni di bonifica contro i post che istigano l’odio.

Effettivamente. non è bello ricadere nella visualizzazione di post sconcertanti, perché possono davvero urtare la coscienza, la fede, l’animo umano e tanti fattori importantissimi per il genere umano. In ballo ci stanno un sacco di cose, come anche l’incolumità di gruppi di persone, se si tratta di post terroristici. L’Unione Europea vuole che, almeno da queste piattaforme di ricerca e di socializzazione, si eliminino al più presto riferimenti a questo genere di post. È un importante missione hce va intrapresa con cautela e con le adeguate misure.

Però, già come è messa la situazione non è delle migliori, perché si tratta dell’analisi di mialirdi di contenuti. Se dobbiamo essere più concreti, i Big dovrebbero anche analizzare altre vie di comunicazione, come le chat dei servizi di messaggistica. Qui si cade in trappola, perché gli stessi servizi di chat, che hanno combattuto per l’ottenimento dell’impossibilità di decriptaggio dei messaggi di testo, è diventata controproducente e favorevole alla propagazione di contenuti istigati all’odio, perché ormai inaccessibili in alcun modo.

Non tutti hanno questo metodo, però questa normativa emanata mette un po’ in crisi la situazione. Ovviamente ci stà che un utente abbia la sua privacy, nessun vorrebbe che altre persone leggessero le proprie conversazioni, specialmente se non sono istigate all’odio. Ma privacy, fino a quale punto? Un interrogativo che non troverà risposta semplice, perché comunque si metta la questione, resta sempre il dubbio se l’altra opzione sia migliore.

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