Meta: maxi multa dalla UE, riconsiderata la posizione di Trump, scandalo Voyager Labs

Mentre appare sempre più probabile che Trump sia riammesso su Facebook e Instagram, Meta ha annunciato l'intenzione di ricorrere contro due decisioni avverse assunta, con tanto di maxi multa, dal Comitato europeo per la protezione dei dati. Una denuncia è stata presentata anche contro un'azienda che ha tracciato gli utenti di Facebook.

Meta: maxi multa dalla UE, riconsiderata la posizione di Trump, scandalo Voyager Labs

Meta, la parental company anche di Facebook, è di nuovo finita nell’occhio del ciclone, per alcune decisioni avverse assunte dalle autorità europee in merito al suo trattamento dei dati degli utenti, ma anche per l’intenzione, a quanto pare confermata, di riammettere sulle sue piattaforme il leader repubblicano ultraconservatore Donald Trump. Non meno problematico è quanto scoperto da un quotidiano inglese a proposito di un nuovo tracciamento avvenuto ai danni di Facebook. In compenso gli inserzionisti pubblicitari stanno tornando a mostrare il loro apprezzamento per gli strumenti della holding di Menlo Park.

Nelle scorse ore, il Comitato europeo per la protezione dei dati, EPBD, ha assunto due decisioni finali che condannano Meta al pagamento di una multa complessiva da 410 milioni di dollari per aver “trattato illegalmente i dati personali per la pubblicità comportamentale” (gli annunci mirati che appaiono in seguito all’analisi del comportamento online degli utenti), con l’obbligo anche di correggere tale illecito trattamento dei dati entro tre mesi.

Secondo l’autorità europea, che ritiene “squilibrato” il rapporto tra Meta e i suoi utenti, la holding di Menlo Park avrebbe “presentato i suoi servizi agli utenti “in modo fuorviante“, di fatto forzando ad accettare il tracciamento per tali annunci mirati presentando la cosa come necessaria all’erogazione dei suoi servizi, all’insegna di una necessità contrattuale illegale, anche in considerazione del fatto che esistono altre forme di pubblicità mirata che non necessitano dell’analisi dei dati degli utenti, come nel caso degli annunci contestuali. La risposta di Meta non si è fatta attendere, precisando che tali decisioni non vogliono dire che dovrà chiedere agli utenti il permesso per gli annunci comportamentali e che comunque intende presentare ricorso.

Restando in ambito pubblicitario, secondo Andrew Foxwell, co-fondatore dell’agenzia pubblicitaria Foxwell Digital, gli investitori pubblicitari, che qualche anno fa avevano tolto da Meta il 20/30% di investimenti pubblicitari per testare TikTok, stanno riportando queste cifre su Meta, anche grazie ai miglioramenti introdotti negli strumenti pubblicitari, basti pensare al tool “Advantage +” che permette di “trovare un pubblico pertinente per gli annunci” grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Una conferma del miglioramento degli strumenti pubblicitari di Meta arriva anche da Nest, secondo cui per i clienti di Menlo Park i i tassi di conversione sono aumentati del 47% nel corso del Black Friday del 2022, a paragone dello stesso periodo dell’anno prima.

Tornando alle decisioni riguardanti Meta destinate a far discutere, ve n’è un’altra che potrebbe forse anche a condizionare le elezioni presidenziali americane del 2024, che è stata preannunciata dalla CNN. La nota emittente, nel fare riferimento a una persona a conoscenza dei fatti, ha rivelato come un gruppo di lavoro presso l’azienda abbia discusso sulla riammissione di Donald Trump su Facebook e Instagram. Tale ipotesi è stata poi confermata a Galileus Web dal portavoce di Meta, Andy Stone, secondo il quale “la decisione dovrebbe essere annunciata nelle prossime settimane“. 

Va ricordato che l’ex presidente Trump era stato bannato dai social di Meta in seguito all’assalto al Campidoglio USA nel Gennaio del 2021 da parte dei suoi sostenitori che lamentavano brogli elettorali a favore del poi vincitore democratico Biden. All’epoca si parlò di una sospensione a tempo indeterminato ma già nel Giugno del 2021 si riferì l’intenzione di rivalutare la decisione verso il Gennaio del 2023, cosa che a quanto pare è avvenuta.

Non meno foriero di polemiche è quanto ha scoperto il quotidiano The Guardian, secondo cui l’azienda Voyager Labs negli scorsi anni, attraverso la gestione di migliaia di account falsi, ha raccolto dati (like, commenti, elenchi di amici, foto, etc) su oltre 600mila utenti Facebook (tra cui “dipendenti di organizzazioni no profit, università, organizzazioni dei media, strutture sanitarie, forze armate statunitensi e agenzie governative locali, statali e federali, insieme a genitori a tempo pieno, pensionati e membri del sindacato”) in modo da ricostruirne le vite digitali, fornendo al dipartimento di polizia di Los Angeles dati utili a prevenire i reati. Venuta a conoscenza della cosa, Meta ha presentato denuncia presso un tribunale federale della California per impedire a Voyager Labs l’accesso ai propri siti e piattaforme. 

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