Meta sta affrontando una nuova battaglia contro le fughe di notizie interne, e questa volta il CEO Mark Zuckerberg ha deciso di prendere misure drastiche. In un memo, che ironicamente è stato anch’esso trapelato, l’azienda ha avvertito i suoi dipendenti che chi dovesse diffondere informazioni riservate rischierebbe il licenziamento.
La mossa arriva dopo un periodo di crescente preoccupazione riguardo alle informazioni sensibili che finiscono sui media prima che vengano ufficialmente comunicate. Meta, infatti, ha recentemente visto una serie di fughe di notizie che hanno messo a rischio la sicurezza interna e la fiducia dei dipendenti. Secondo Guy Rosen, il Chief Information Security Officer (CISO) dell’azienda, quando dati riservati vengono diffusi senza autorizzazione, l’impatto non si limita solo alla sicurezza, ma ha ripercussioni anche sul morale del team. “I nostri team si demoralizzano, e perdiamo tempo prezioso che potremmo impiegare per lavorare sui nostri prodotti e sulla nostra missione“, ha affermato Rosen, sottolineando come i leak possano minare la produttività generale.
Per cercare di limitare ulteriori fughe di notizie, Zuckerberg ha deciso di ridurre la trasparenza all’interno dell’azienda. Meta ha abbandonato i tradizionali incontri Q&A, dove i dipendenti potevano porre domande in tempo reale al management, sostituendoli con un nuovo sistema basato su sondaggi.
In questo nuovo formato, i dipendenti invieranno le domande in anticipo e potranno votare quelle di maggiore interesse. Questo dovrebbe ridurre la possibilità che dettagli sensibili vengano fuori durante gli incontri e, allo stesso tempo, garantire che vengano trattati i temi che più preoccupano il team. La decisione di Zuckerberg di limitare la trasparenza ha sollevato interrogativi, poiché se da un lato potrebbe ridurre il rischio di fughe di notizie, dall’altro potrebbe erodere la fiducia dei dipendenti nell’azienda.
Un team che si sente sempre più escluso dalle decisioni strategiche potrebbe sviluppare un senso di alienazione, compromettendo la cultura aziendale che Meta ha cercato di costruire negli anni. Non è la prima volta che aziende di grande dimensione si trovano a dover affrontare problemi legati ai leak. Più un’organizzazione cresce, infatti, più è difficile mantenere il controllo sulle informazioni riservate. Tuttavia, la mossa di Meta potrebbe rappresentare una soluzione temporanea che potrebbe anche portare a nuove sfide, come una possibile diminuzione del morale tra i dipendenti o una crescente disconnessione tra la leadership e le singole aree aziendali.
Il futuro dirà se questa mossa riuscirà davvero a fermare i leak, o se, come spesso accade in questi casi, il prossimo memo trapelato non tarderà ad arrivare. In ogni caso, la lotta per mantenere la riservatezza sembra destinata a diventare un tema sempre più centrale nel dibattito aziendale globale.